Con l’obiettivo di rilanciare le libere professioni e combattere la disoccupazione, il 27 settembre scorso è stato stipulato un accordo tra i sindacati di categoria e Confprofessioni, per il rinnovo triennale del contratto di lavoro degli studi professionali.
Il nuovo CCNL si propone di eliminare le difficoltà che frenano lo sviluppo delle libere professioni tenendo conto però dell’attuale crisi economica e del mercato del lavoro.
Chi sono i soggetti interessati?
Le figure professionali coinvolte dal nuovo CCNL, sono i dipendenti degli studi legali e notarili, ingegneri, architetti, geometri, dentisti, ragionieri, commercialisti, consulenti del lavoro, ma anche laboratori di analisi e medici. Ma la vera novità è che verrà definita la classificazione delle professioni che non hanno un ordine o un albo.
In particolare, il contratto si applica a tutte le attività professionali appartenenti alle professioni delle aree di seguito elencate:
- area economico-amministrativa (consulenti del lavoro, dottori commercialisti, ragionieri, revisori contabili ed altre professioni omogenee non comprese nella predetta elencazione);
- area giuridica (avvocati e notai);
- area tecnica (ingegneri, architetti, geometri, periti industriali, geologi, agronomi e forestali, periti agrari, agrotecnici ed altre professioni non comprese nella predetta elencazione);
- area medica (medici generici, medici specialistici, dentisti, odontoiatri (con esclusione dei laboratori odontotecnici), medici veterinari, psicologi, altri operatori sanitari e professioni di valore equivalente ed omogenee all’area professionale non comprese nella predetta elencazione);
- altre attività intellettuali non rientranti nelle suddette aree con o senza albo professionale.
Cosa prevede il nuovo contratto?
Il contratto, che riguarda più di un milione di lavoratori subordinati e circa 400 mila praticanti e soggetti con partita IVA, prevede un aumento salariale di euro 87,50 al terzo livello per il prossimo triennio.
Per il primo livello l’aumento corrisponde ad euro 109,29 mentre per il quinto livello l’aumento corrisponde ad euro 76,14. Per i quadri (ex 1s) è invece previsto un aumento di euro 123,51.
L’aumento retributivo mensile medio di 87,50 euro da corrispondere ai dipendenti avverrà in due tranche:
- il 60% a ottobre
- il 40% a gennaio del 2012.
Il nuovo CCNL favorisce in particolare la formazione professionale che viene considerata una risorsa imprescindibile e fondamentale per lo sviluppo qualitativo del settore e per il consolidamento dell’occupazione.
A tale scopo il contratto prevede la realizzazione di una politica attiva della formazione finalizzata al conseguimento del miglioramento il livello professionale degli addetti occupati.
Gli obiettivi sono l’adeguamento e miglioramento del livello di servizi e di qualità offerto dagli studi professionali e/o dalle società di servizi professionali, ottimizzare la produttività ed elevare il livello di competitività.
Per i collaboratori viene previsto un contributo per la formazione professionale continua, il riconoscimento delle norme di sicurezza sul lavoro ed una modalità di reciproco preavviso valido, sia per il titolare che per il collaboratore.
Aumento della qualità e della produttività, ma non perdendo mai di vista il miglioramento continuo della salute psicofisica e delle condizioni di sicurezza dei lavoratori. Nel nuovo contratto vengono condivisi e individuati specificatamente la tutela della salute, la sicurezza sui luoghi di lavoro e la dignità dei lavoratori.
Ampio risalto viene dato all’apprendistato che entra a pieno titolo tra i profili riconosciuti. Viene vietata la retribuzione a cottimo dell’apprendista e viene prevista la durata massima del periodo di prova (determinata dalle parti contrattuali) in ragione della durata del contratto, del profilo professionale e del livello di inquadramento finale.
Termini di approvazione?
Il contratto dovrebbe essere definitivamente firmato entro la fine del mese di ottobre 2011 e decorre dal 1° ottobre 2010.
Dall’analisi delle singole voci e dei capitoli contenuti nel nuovo contratto, si evince che esso può rappresentare davvero un modello innovativo incentrato allo sviluppo delle professioni, che in un momento come questo può essere indice di una potenziale capacità di crescita del mondo professionale.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN