Estratti conto in mano al fisco

Nessun segreto di fronte al fisco! Estratto conto bancario in duplice copia: una al titolare del conto ed una al fisco. Questa in sintesi una delle novità contenuta nella manovra Monti.

L’articolo 11 comma 2 del D.L. 201/2011 ormai conosciuto come Decreto Salva Italia, dispone infatti che a partire dalla data del 1° gennaio 2012, gli operatori finanziari dovranno periodicamente comunicare all’Anagrafe tributaria le movimentazioni che hanno interessato i rapporti di cui all’art. 7 comma 6 del DPR 605/1973 ed ogni informazione relativa ai predetti rapporti necessaria ai fini dei controlli fiscali, nonché l’importo delle operazioni finanziarie indicate nella predetta disposizione.

Per completezza di informazione, è utile ricordare che l’art. 7 (Comunicazioni all’anagrafe tributaria) comma 6 del DPR 605/1973 prevede l’obbligo per gli operatori finanziari “di rilevare e tenere in evidenza i dati identificativi, ivi compreso il codice fiscale, di ogni soggetto che intrattenga con loro qualsiasi rapporto di conto o di deposito o che comunque possa disporre del medesimo”.

Il decreto Salva Italia introduce l’obbligo per gli operatori finanziari, di trasmettere al fisco, a partire dal prossimo anno, i dati di tutte le operazioni finanziarie compiute dai contribuenti, con la conseguenza che mentre fino ad oggi l’Amministrazione Finanziaria dispone solo dell’archivio dei rapporti finanziari intrattenuti dai contribuenti con gli operatori finanziari, dal 2012 la stessa amministrazione potrà avere a disposizione il dettaglio delle movimentazioni finanziarie di tutti i contribuenti.

Per effetto di tale norma le banche, le Poste italiane spa, gli intermediari finanziari, le imprese di investimento, gli organismi di investimento collettivo del risparmio, le società di gestione del risparmio, nonché ogni altro operatore finanziario si troveranno a comunicare al Fisco italiano non soltanto l’esistenza dei rapporti intrattenuti con i loro clienti e le operazioni cosiddette “fuori conto”, ma anche le singole operazioni effettuate nell’ambito dei predetti rapporti.

Di fatto, quindi, verranno trasmesse al Fisco le stesse informazioni che sono presenti negli estratti conto inviati dalle banche ai clienti stessi.

La conseguenza di ciò è facilmente intuibile ed immaginabile. L’esame delle movimentazioni di denaro consentirà all’Amministrazione Finanziaria di individuare quei contribuenti “sospetti” da sottoporre ad accertamento, una volta verificata l’esistenza di disparità tra i redditi ed i volumi di affari dichiarati e le disponibilità finanziarie detenute dai singoli contribuenti.

In conclusione, si tratta di una misura invasiva ai fini della privacy dei contribuenti e incisiva sul piano dei futuri controlli fiscali e della lotta all’evasione fiscale, che mette fine di fatto al segreto bancario, peraltro già messo a repentaglio dal 2005 con l’istituzione del database dell’anagrafe dei conti correnti.

Autore: Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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