A partire dal 1 gennaio 2014, i professionisti saranno tenuti ad accettare i pagamenti effettuati dai propri clienti anche con il bancomat e le carte di debito.
E’ quanto contenuto nelle disposizioni del D.L 179/2012 recante “Ulteriori misure urgenti per la crescita del paese” conosciuto con il nome di decreto crescita e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 ottobre 2012.
In particolare, viene introdotto l’obbligo, per le amministrazioni pubbliche e per gli operatori che erogano e gestiscono servizi pubblici, di accettare pagamenti in formato elettronico, a prescindere dall’importo della singola transazione. I soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi (anche professionali) saranno quindi tenuti ad accettare pagamenti con carta di debito.
Importi minimi, modalità di pagamento e termini verranno disciplinati da successivi decreti ministeriali emanati dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’esplicito riferimento ai professionisti viene reso evidente nel comma 4 dell’articolo 15 del decreto sviluppo, quando viene fatto riferimento a ciò che prevede il Decreto Legislativo 231/2007 sugli obblighi antiriciclaggio che coinvolge commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati e notai.
Lo scopo del provvedimento è quello di semplificare la vita della gente e tenere sotto controllo l’illegalità e l’evasione fiscale.
Ma quali sono le conseguenze di questa disposizione per i soggetti, direttamente o indirettamente, interessati dalla norma?
Per le banche. E’ facile prevedere l’aumento delle commissioni per le banche, dal momento che per ogni pagamento effettuato con carta di credito e con bancomat scatta l’obolo telematico e quindi più introiti nelle casse delle banche.
Per i professionisti. Scatta l’obbligo di dotarsi di strumenti POS (point of sales, i dispositivi elettronici che permettono di accettare i pagamenti con bancomat e carte di credito) che comporta costi aggiuntivi (canoni di manutenzione, commissioni, etc) e riduzioni dei margini di profitto in un periodo di profonda difficoltà di tutte le professioni.
Per i clienti: l’esigenza di abbattere l’evasione fiscale, per quanto comprensibile, limita la libertà dei consumatori che vedono minata la loro privacy dal momento che la tracciabilità delle operazioni effettuate rende possibile spiare ogni acquisto, seguire i movimenti sul territorio, capire i gusti delle persone e, per le aziende che si occupano di marketing e pubblicità, studiare le preferenze dei consumatori.
In conclusione, professionisti e consulenti dovranno dotarsi di macchinetta POS collegata al servizio bancomat della banca per accettare i pagamenti delle prestazioni professionali eseguite per i clienti dello studio.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN