I datori di lavoro e gli enti pensionistici, entro il prossimo 28 febbraio, dovranno rilasciare il modello CUD 2013 per attestare la totalità dei redditi di lavoro dipendente, assimilati o dei redditi da pensione. Una delle novità più significative di quest’anno è che gli enti previdenziali rendono disponibile il CUD in modalità telematica.
Anche se, come regola generale, è confermata la scadenza del 28 febbraio, è ammessa un’eccezione nel caso in cui il rapporto di lavoro cessi: in tal caso, infatti, il modello CUD 2013 dovrà essere consegnato al contribuente entro 12 giorni dalla richiesta del dipendente. In merito, si precisa che il suddetto termine di dodici giorni è relativo sia al rapporto cessato nel corso del 2012, sia al rapporto cessato nel corso del 2013.
Modalità di consegna
Di regola, il modello CUD deve essere stampato in doppia copia e consegnato al lavoratore dipendente in modalità cartacea. Le disposizioni che regolano il CUD, inoltre, stabiliscono che lo stesso può essere consegnato in formato elettronico purché sia garantita al dipendente la possibilità di entrare nella disponibilità del predetto CUD e di poterlo in seguito materializzare.
In base alle istruzioni per la compilazione del modello CUD 2013, la modalità di consegna elettronica può essere utilizzata soltanto nei confronti di quanti siano dotati di strumenti necessari per ricevere e stampare il modello in esame. Inoltre, è bene osservare che la modalità elettronica non è contemplata, ad esempio, nel caso in cui il sostituto sia tenuto a rilasciare agli eredi la certificazione riguardante il dipendente deceduto.
Nonostante quanto sopra previsto, è bene ricordare che l’art. 1, comma 114 della legge n. 228 del 24 dicembre 2012, cosiddetta legge di stabilità, prevede che “a decorrere dall’anno 2013, gli enti previdenziali rendono disponibile la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati (Cud) in modalità telematica. È facoltà del cittadino richiedere la trasmissione del Cud in forma cartacea”.
In base al precetto normativo, quindi, nato con il proposito di ridurre i costi della pubblica amministrazione e per semplificare i processi, gli enti di previdenza (segnatamente l’INPS) invieranno il modello CUD 2013 in modalità telematica salvo il caso in cui sia il contribuente a richiedere la copia in modalità cartacea.
In merito, c’è da osservare che, nonostante l’imminente scadenza dell’adempimento, almeno al momento, l’INPS non ha inviato alcuna comunicazione ufficiale ai pensionati anche se, in realtà, la legge è stata pubblicata regolarmente in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 dicembre e, come noto, “ignorantia legis non excusat”. Tuttavia, dall’INPS sembra stia per essere trasmessa una circolare o un messaggio con le indicazioni su come ottenere il modello CUD.
La preoccupazione circa la nuova modalità di consegna del documento in esame, infatti, deve essere messa in relazione al rapporto ISTAT sui cittadini e le nuove tecnologie, secondo cui, “nel 2012 … le famiglie di soli anziani di 65 anni e più, che presentano modesti livelli di dotazioni tecnologiche: appena il 13,9% di esse possiede il personal computer e soltanto l’11,8% dispone di una connessione per navigare in Internet”. Nonostante i buoni propositi della legge, si ritiene che l’epilogo (senza ulteriori interventi) non possa che risultare “tragico” per molti pensionati.
Le soluzioni, allo stato attuale, potrebbero essere tre.
- La prima soluzione potrebbe essere costituita da una richiesta telefonica da parte dal pensionato tramite contact center all’INPS, anche se, visto il probabile elevato numero di richieste, il rischio è quello di intasare il numero dell’ente di previdenza.
- La seconda alternativa, sarebbe quella di richiedere il modello CUD tramite il sito internet dell’INPS utilizzando il codice Pin. L’istituto di previdenza, al riguardo, aveva inviato ai pensionati il codice identificativo di sedici cifre per l’accesso ai servizi telematici. Detta procedura, per ragioni di sicurezza è costituita da una prima fase in cui viene inviata una prima metà del codice e, successivamente, dopo l’autenticazione la seconda metà. Soltanto dopo aver ottenuto le due parti, sarà possibile trasformare il codice Pin da informativo a dispositivo. Vista la procedura operativa, però, il pensionato che non avesse ricevuto il Pin o che l’avesse smarrito, dovendo attivarsi dall’inizio, non riuscirebbe certamente in tempi brevi ad attivarla entro la scadenza del 28 febbraio.
- L’ultima soluzione che negli ultimi giorni sta prendendo corpo è quella che prevede l’accesso al sistema informatico dell’INPS da parte dei Caf per conto del pensionato nel momento in cui quest’ultimo si reca per richiedere la stampa o l’assistenza fiscale in sede di elaborazione del modello 730/2013.
Qualunque sia la soluzione, tuttavia, non vi è dubbio che nella fase di applicazione sarà necessaria la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, dall’INPS al pensionato passando per il Caf, per ridurre tutti i possibili disagi.
Massimo D’Amico – Centro Studi CGN