Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo ISEE, l’indicatore della situazione economica equivalente, con il quale le famiglie si devono confrontare per accedere ai servizi sociali. Vediamo le principali novità.
Tra le novità del nuovo modello di dichiarazione ISEE c’è la possibilità di aggiornare il proprio stato in caso di cambiamenti della situazione economica. Questo significa che nel caso in cui una persona perda il lavoro (o lo trovi), non si farà riferimento solamente alla situazione dell’anno precedente ma si potrà adeguare la situazione del nucleo familiare alla situazione attuale in modo tempestivo e aderente alle reali condizioni delle persone.
Con il nuovo indicatore della situazione economica equivalente solo una parte dei dati sarà autocertificata. Tramonta così l’era dell’autocertificazione. I dati fiscali più importanti come il reddito complessivo e quelli relativi alle prestazioni ricevute dall’INPS saranno “compilati direttamente” dalla Pubblica Amministrazione.
Per quanto riguarda il reddito invece la vera novità è rappresentata dal fatto che nel nuovo ISEE vengono considerate tutte le forme di reddito, comprese quelle fiscalmente esenti. Non vengono invece considerati gli assegni di mantenimento, le deduzioni forfettarie per redditi da lavoro dipendente o pensioni, i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, il costo dell’abitazione e infine le spese effettuate da persone con disabilità o non autosufficienti.
In buona sostanza, insieme al reddito complessivo ai fini Irpef vengono inclusi anche i redditi dei contribuenti minimi, i redditi della cedolare secca sugli affitti e quelli dei premi produttività (in pratica i redditi tassati con i regimi sostitutivi o a titolo di imposta).
Sono inoltre compresi tutti i redditi esenti come gli assegni al nucleo familiare, le pensioni di invalidità, l’assegno sociale, le indennità di accompagnamento, le pensioni privilegiate corrisposte ai militari di leva e tutte le altre forme di sussidio erogate dalla Pubblica Amministrazione.
È stato inoltre introdotto anche uno sconto generale per i dipendenti e i pensionati. L’abbattimento è del 20%, fino a una detrazione massima di 3.000 euro per i dipendenti e di 1.000 euro per i pensionati.
Per quanto riguarda l’indicazione degli immobili, le nuove regole considerano patrimonio solo il valore della casa che eccede il valore del mutuo ancora residuo e riservano un trattamento particolare alla prima casa.
Passa da 5.165 a 7.000 euro l’importo massimo della spesa effettivamente sostenuta per l’affitto registrato che può essere portato in deduzione. Per ogni figlio convivente successivo al secondo l’importo è incrementato di 500 euro.
Viene inoltre introdotta una franchigia per le famiglie con componenti disabili. La franchigia ammonta a 4.000 euro nel caso di disabilità media, sale a 5.500 euro in presenza di componente con disabilità grave e arriva a 7.000 euro in presenza di persone non autosufficienti. In caso di minorenni la franchigia è aumentata rispettivamente 5.500, 7500 e 9.500 euro.
Al fine di valutare in modo completo la situazione economica delle famiglie, il nuovo ISEE prevede l’incrocio e l’integrazione dei dati contenuti nelle diverse banche dati fiscali e contributive.
Il nuovo indicatore, in pratica, migliorerà la capacità di valutare le condizioni delle diverse tipologie di famiglie, dal momento che le diverse tipologie di reddito vengono trattate in modo da migliorare l’equità, favorendo le situazioni di maggiore bisogno, come quelle che riguardano i nuclei familiari più disagiati.
Per essere pienamente operativo però c’è bisogno dei provvedimenti attuativi, delle istruzioni, dei nuovi modelli di dichiarazione e del nuovo sistema informativo.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN