La dichiarazione precompilata diventa realtà

La dichiarazione dei redditi precompilata dall’Amministrazione finanziaria comincia a essere qualcosa di più di una semplice idea, anche se per i dettagli sarà necessario attendere i decreti attuativi da emanare entro il prossimo mese di maggio. Vediamo, in sintesi, di cosa si tratta.

Dal piano nazionale delle riforme approvato dal governo l’8 aprile scorso, si legge, infatti, che lo snellimento delle procedure e degli obblighi tributari è una “precondizione per un riavvicinamento del fisco ai cittadini”. Stando al documento sopra descritto, l’Esecutivo “punta in primo luogo ad assicurare una semplificazione degli obblighi dichiarativi fino a prevedere per il 2015 la trasmissione diretta ai contribuenti di una parte delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche precompilate”.

La dichiarazione  precompilata, tuttavia, sarà proposta ai contribuenti soltanto per fasi ben distinte. In particolare, in una prima fase, dovrebbero essere “coinvolti” in questo nuovo progetto soltanto i pensionati e i dipendenti pubblici i quali, stando alle previsioni del governo, dovrebbero ricevere nel 2015 una dichiarazione precompilata. Nonostante sia soltanto una prima tappa, questa fase coinvolgerà circa 18,4 milioni di contribuenti suddivisi tra 3,4 milioni di dipendenti pubblici e 15 milioni circa di pensionati. Soltanto quando questa fase verrà ritenuta affidabile e fornirà le necessarie garanzie in termini di efficienza, la dichiarazione precompilata coinvolgerà (almeno questo è l’auspicio del governo) tutti i lavoratori dipendenti.

A beneficio dei contribuenti, oltre alla riduzione degli adempimenti e all’alleggerimento dell’onere di dover inserire i dati nella propria dichiarazione dei redditi presenti nelle banche dati dell’Erario, sembra che vi sarà anche un cosiddetto “sistema premiale” in materia di accertamento. Sembra, infatti, che i soggetti che aderiranno alla cosiddetta dichiarazione precompilata potrebbero veder ridursi i controlli fiscali.

Dal punto di vista operativo, la dichiarazione precompilata, che in questa prima fase coinvolgerà dipendenti pubblici e pensionati, conterrà i dati in possesso dell’Erario, come i dati anagrafici e i dati reddituali evidenziati nel modello CUD. Nella dichiarazione precompilata, poi, l’Amministrazione finanziaria potrebbe esporre anche le detrazioni per carichi familiari e quelle per lavoro dipendente/pensione e i dati relativi agli immobili e quelli riguardanti i contratti di locazione e le relative opzioni per la cedolare secca.

Dalle banche dati dell’Amministrazione finanziaria, inoltre, sono ricavabili anche altri oneri deducibili, come i contributi pagati dal contribuente per i collaboratori domestici o altri oneri detraibili, come interessi passivi per i mutui prima casa, le polizze vita, i bonus per il recupero del patrimonio edilizio e quelli per la riqualificazione energetica degli edifici.

Il vero tallone d’Achille della dichiarazione precompilata saranno, invece, le detrazioni riguardanti spese e oneri ancora non “acquisiti” dall’Erario, come ad esempio le spese mediche o quelle sostenute per l’iscrizione in palestra dei propri figli, che dovranno essere indicate direttamente dal contribuente oppure dal CAF o dal professionista abilitato.

Massimo D’Amico – Centro Studi CGN