Ogniqualvolta si parla di assicurazioni, una delle prime cose che ci viene in mente è l’immagine dell’assicuratore che viene a casa nostra e ci offre tutta una serie di consigli e opportunità su ciò che potremmo fare per la nostra protezione. La sua consulenza può protrarsi per diversi minuti perché, assieme a noi, cerca di trovare tutte le soluzioni che soddisfino appieno le nostre esigenze.
Se pensiamo ad esempio alla polizza sulla casa, massimali e franchigie vengono fissati sulla base di valori specifici determinati catastalmente, che vanno dal tipo di casa agli apparati di protezione; in presenza di copertura “furto” l’eventuale indennizzo viene fissato valutando in modo preciso il valore economico degli oggetti posseduti.
La stessa accuratezza e “personalizzazione” può riguardare tutte le diverse tipologie di polizze, dal ramo danni al ramo vita, dalla polizza auto alla polizza infortuni.
Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, un po’ per la sempre maggiore presenza di compagnie assicurative e quindi della concorrenza, ma anche e soprattutto per l’avvento dell’informatica e di internet che ha portato la clientela ad essere più autonoma, più consapevole e più informata, accanto ai normali prodotti, ma solo per alcune categorie di polizze, le compagnie hanno iniziato a offrire anche assicurazioni smart “a pacchetto”.
Queste soluzioni non necessitano della normale consulenza perché sono prefissate dalla compagnia e non modificabili né negli importi né nelle coperture. Il cliente deve semplicemente scegliere l’alternativa che lo soddisfa di più facendo una comparazione tra le combinazioni disponibili.
La tabella sottostante riporta l’esempio di una polizza casa strutturata “a pacchetto”:
L’offerta, spiegata in tal modo, potrebbe sembrare limitativa ma comporta, invece, numerosi vantaggi:
- semplicità: perché i prodotti sono offerti come combinazioni di garanzie predefinite per permettere al cliente di scegliere quella più adatta alle proprie esigenze;
- chiarezza e trasparenza: il premio è fisso e certo, con somma assicurata predefinita per ciascuna combinazione;
- rapidità: la struttura a pacchetti permette una rapida scelta delle garanzie che meglio soddisfano le esigenze di copertura;
- convenienza.
Questi prodotti “semplificati”, tuttavia, non si prestano indistintamente a tutte le tipologie di assicurazioni, ma solo ad alcune, prime tra tutte ad esempio la polizza casa e quella infortuni.
In merito all’indennizzo della multirischi abitazione vi è una differenza sostanziale e fondamentale tra le polizze ordinarie e quelle smart:
- nelle polizze smart questo avviene a primo rischio assoluto: l’assicurato, in caso di sinistro, ha diritto ad essere integralmente risarcito dei danni sino a concorrenza della somma assicurata (massimo indennizzo), qualunque sia, al momento del sinistro, il valore complessivo delle cose assicurate;
- le assicurazioni a valore intero (quelle ordinarie per intenderci) coprono l’intero valore dei beni contenuti nella casa. Se in casa si hanno beni (mobili, arredi, vestiario, quadri, ecc.) per un valore di “cento” e nella polizza viene indicato tale valore, in caso di furto (ad esempio per un valore di “cinquanta”) si viene risarciti dell’intera perdita.
Ma attenzione: il valore dei beni indicato in polizza non deve essere inferiore a quello effettivo altrimenti si incorre nella “regola proporzionale” prevista dal Codice Civile (art.1907). Quest’ultima si applica, appunto, nei casi di sottoassicurazione, ossia quando il valore del bene assicurato risulta, al momento del sinistro, superiore a quello dichiarato in polizza: l’indennizzo spettante all’assicurato non corrisponde all’intero ammontare del danno, ma viene ridotto in proporzione al rapporto tra valore assicurato e valore del bene al momento del sinistro. Così, se il valore dei beni è “cento” e l’assicurazione è per “cinquanta” (per errore di stima, o per risparmiare sull’assicurazione o perché il valore è mutato nel tempo), in caso di furto verrà risarcita solo la metà del danno subito. Le assicurazioni, tuttavia, seguono questa regola con una certa elasticità e, se il valore intero reale differisce solo per un 10%-15% da quello dichiarato, normalmente non applicano la regola proporzionale. Questa regola, in ogni caso, NON viene applicata nelle assicurazioni a primo rischio assoluto.
Marco Gnocato – Centro Studi CGN