L’Erario promette controlli più efficaci e mirati

L’Agenzia disegna le direttrici che saranno seguite per i prossimi anni in materia di controlli da effettuare. È stata pubblicata, infatti, la circolare n. 25/E del 6 agosto 2014 nella quale, seppur in sintesi, l’Amministrazione finanziaria prevede minori rilievi formali, maggiore attenzione all’Iva, verifiche su periodi d’imposta non anteriori al 2012 e raggi X per le grandi imprese.

Secondo l’Agenzia è necessario che vi sia una maggiore e concreta attività di analisi dei rischi per l’individuazione dei comportamenti di maggiore pericolosità.

A tale proposito, ciò che si desume dal documento emanato dall’Agenzia è che sarà necessario:

  • conoscere le dinamiche economiche che traspaiono, a livello provinciale, dagli studi  predisposti dai diversi enti che svolgono indagini statistiche;
  • non trascurare  “la particolare crisi economica che sta colpendo il territorio nazionale”.

A corredo di quanto sopra indicato, una particolare cautela viene riservata all’uso di  accertamenti basati su presunzioni. Stando al testo della circolare, infatti, “le indagini finanziarie devono essere utilizzate evitando richieste di dettaglio su importi poco rilevanti e chiaramente riferibili alle normali spese personali o familiari. Il redditometro scatta soltanto nei confronti di coloro che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e spese sostenute”.

In altri termini, secondo quanto precisato dall’Agenzia, particolare impegno deve essere riservato all’approfondimento dei comportamenti  che, oltre a comportare significativi danni erariali, provocano distorsioni alla libera concorrenza. In forza di quanto sopra sostenuto,  l’Agenzia raccomanda agli uffici di prestare particolare attenzione  all’imposta sul valore aggiunto.

Una nuova visione nella metodologia degli accertamenti si desume anche quando, nella  circolare, si invitano gli uffici a effettuare un esame di proficuità comparata, privilegiando elementi da cui possano scaturire maggiori imposte accertabili. In altre parole, secondo l’Amministrazione finanziaria,  la verifica di scarsa rilevanza in termini di imposte accertabili o quella “pretestuosa” che può, si legge nel documento, “generare nei contribuenti l’opinione di un’amministrazione che presta attenzione a situazioni poco significative o ancora peggio di natura esclusivamente formale”, non interessa quanto quelle ad alto profilo di rischio.

Tra le posizioni ad alto rischio, sempre secondo l’Agenzia, si devono annoverare le verifiche ai grandi contribuenti e  alla delocalizzazione dei redditi verso paesi a fiscalità privilegiata. Tuttavia, si legge nella circolare che  “in considerazione del sempre delicato stato dell’economia, è necessario accordare priorità alla lavorazione degli elementi che riguardano pretese che possono comportare significative ricadute sulle aziende interessate dai controlli, instaurando, ove possibile e qualora tale modalità non sia incompatibile con la decadenza dell’azione accertatrice, un proficuo contraddittorio, preventivo rispetto all’emissione degli avvisi di accertamento, che consenta agli uffici di porre in essere una completa ed esaustiva istruttoria prima dell’eventuale emanazione dei provvedimenti”.

Massimo D’Amico – Centro Studi CGN