Le lavoratrici del settore pubblico e di quello privato possono andare in pensione a 57 o 58 anni di età e 35 di anzianità contributiva, ma con un assegno mensile più basso. È l’opzione donna prevista nella Legge Maroni e confermata dalla riforma Fornero.
La riforma pensioni dell’ex ministro del lavoro, Elsa Fornero, contenuta nella manovra salva Italia, ha allungato l’età pensionabile per donne e uomini, sia del settore pubblico che di quello privato. Ma per le donne c’è un’ultima chance per andare in pensione prima, offerta dalla Legge Maroni. La legge n. 243 del 2004 ha previsto infatti un regime sperimentale di accesso alla pensione con il sistema contributivo, anziché retributivo, ma solo per le lavoratrici, dal 2008 fino al 2015 compreso, con almeno 57 anni di età e 35 di contributi.
Sistema retributivo e contributivo: le differenze
Con il sistema retributivo, l’importo della pensione viene calcolato sulla media dei redditi percepiti dal lavoratore, mentre il con il sistema contributivo, il calcolo avviene sulla base dei contributi effettivamente versati (si parla del cosiddetto “montante contributivo”) dal lavoratore nel corso della sua attività lavorativa. Il montante contributivo viene rivalutato in base all’indice Istat e moltiplicato per un “coefficiente di trasformazione” che varia in base all’età del lavoratore al momento dell’accesso al trattamento previdenziale.
Opzione contributiva per le donne: i requisiti
La legge Maroni ha previsto che le lavoratrici dipendenti e autonome possano uscire prima dal lavoro, optando per il calcolo della pensione con il sistema contributivo. I requisiti anagrafici per esercitare l’opzione sono:
- per le lavoratrici dipendenti: 57 anni di età e 3 mesi;
- per le lavoratrici autonome: 58 anni e 3 mesi.
È sempre richiesto il possesso di un’anzianità contributiva di 35 anni.
Pensione: decorrenza liquidazione
A seconda del raggiungimento dei requisiti (57 anni/58 anni e 3 mesi, con almeno 35 anni di contributi versati), la pensione è liquidata:
- dal 1 gennaio 2015 se i requisiti sono perfezionati nel primo semestre del 2014 (1 gennaio- 30 giugno);
- dal 1 luglio 2015 se i requisiti sono perfezionati nel secondo semestre del 2014 (1 luglio – 31 dicembre).
L’opzione per il sistema contributivo deve essere esercitata al momento in cui si presenta la domanda di pensionamento.
Assegno mensile ridotto
Per chi sta pensando di esercitare l’opzione donna della legge Maroni, è bene considerare i pro e i contro. Senza dubbio il sistema retributivo è più favorevole per la lavoratrice rispetto a quello contributivo, visto che tiene conto di eventuali aumenti di stipendio ottenuti negli ultimi anni di lavoro. Il sistema contributivo però permette di andare prima in pensione. Lo svantaggio da non sottovalutare riguarda l’assegno. Se, da un lato, quindi, chi opta per il sistema contributivo potrà uscire dal mondo del lavoro e accedere alla pensione in anticipo rispetto ai requisiti anagrafici richiesti dalla legge Fornero del 2012, dall’altro, l’assegno mensile percepito subisce una decurtazione stimata tra il 20 e il 30 per cento.
Alessandra Caparello