La legge di stabilità 2015 prevede, già a partire dal 1° gennaio 2015, un nuovo regime agevolato che va a sostituire i regimi agevolati attualmente in vigore. Quali sono le principali novità?
Iniziamo con la novità forse più importante, che riguarda l’aliquota dell’imposta sostitutiva che sarà pari al 15%. Se pensiamo al “vecchio” regime dei minimi notiamo subito un incremento di 10 punti percentuali (dal 5% al 15% infatti) dell’aliquota dell’imposta sostitutiva.
Per quanto concerne l’individuazione del limite dei ricavi, il limite oscillerà dai 15 mila euro ai 40 mila, tenendo conto delle differenze tra le attività svolte dai contribuenti. Gli esercenti arti o professioni potranno accedere al nuovo regime se i compensi annuali non superano i 15 mila euro. Il codice attività ATECO sarà determinante infatti per individuare il limite dei ricavi.
Come si calcolerà l’imposta?
L’imposta sostitutiva del nuovo regime forfettario sarà calcolata attraverso l’applicazione di un coefficiente di redditività sui ricavi conseguiti e non più su un reddito determinato analiticamente come differenza tra ricavi e costi.
Quanto durerà il nuovo regime?
Per quanto riguarda la durata del nuovo regime forfettario si prevede che non ci saranno più vincoli di tempo. Rispetto al regime dei minimi viene eliminato il limite dei cinque anni o il limite del trentacinquesimo anno di età.
Quali saranno le regole per l’IVA?
Ai fini dell’IVA i contribuenti che aderiscono al nuovo regime forfettario non applicheranno la rivalsa e non avranno titolo alla detrazione dell’imposta (come accadeva con il vecchio regime). I contribuenti che invece si avvalgono di regimi speciali IVA non potranno accedere al nuovo regime forfettario.
E i contributi previdenziali?
Rispetto al vecchio regime dei minimi, il nuovo regime forfettario porterà all’applicazione di una interessante novità: la possibilità di versare i contributi previdenziali non più sulla base dei minimali ma sul reddito effettivamente dichiarato.
Quale ammontare non devono superare i cespiti ammortizzabili?
Mentre per aderire al regime dei minimi occorreva non aver superato la soglia di 15 mila euro di cespiti ammortizzabili, per poter usufruire del nuovo regime forfettario il costo complessivo al lordo degli ammortamenti dei beni strumentali alla chiusura dell’esercizio non deve superare i 20 mila euro, mentre per le spese di lavoro dipendente l’accesso è consentito solo se il contribuente ha sostenuto spese per un ammontare complessivamente non superiore a 5 mila euro lordi.
Che fine farà il vecchio regime dei minimi? E i contribuenti minimi?
Il nuovo regime forfettario sostituirà i regimi agevolati che sono oggi in vigore (regime delle nuove iniziative produttive e il regime dei minimi).
Per quanto riguarda i contribuenti minimi, è prevista la possibilità di un graduale passaggio al nuovo regime. I contribuenti che nel periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2014 adottano il regime fiscale di vantaggio potranno continuare ad avvalersene per il periodo che residua al completamento del quinquennio agevolato e comunque fino al compimento del 35° anno d’età.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN
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