Il “Decreto semplificazioni” (D.L. 175/2014), che ha introdotto il famoso 730 precompilato, ha riformato pesantemente anche la disciplina che riguarda l’attività dei CAF e di coloro che prestano assistenza fiscale. È stata introdotta in particolare una nuova, e selettiva, definizione dei soggetti che possono, d’ora in poi, prestare assistenza fiscale ai contribuenti.
L’articolo 35 del succitato decreto, infatti, prevede espressamente, al comma 1 punto 4), che i CAF possono avvalersi, per l’attività di assistenza fiscale, esclusivamente di tre categorie di lavoratori autonomi, vale a dire:
- iscritti all’albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili;
- iscritti all’albo dei consulenti del lavoro;
- iscritti alla data del 30 settembre 1993 nei ruoli di periti ed esperti tenuti dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura per la sub-categoria tributi, in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza o in economia e commercio o equipollenti o del diploma di ragioneria.
Ciò vuol dire che tutti i soggetti che non rientrano in tali categorie non possono più svolgere assistenza fiscale come soggetti incaricati di un mandato con rappresentanza in nome e per conto di un CAF. E i tributaristi?
Il tributarista, in Italia, è una figura professionale che offre servizi in campo fiscale, tributario e societario con funzioni che possono spaziare dalla semplice tenuta delle scritture contabili alla consulenza fiscale, dall’assistenza al contribuente, alle aziende o ogni altra operazione in campo fiscale-tributario. L’assistenza fiscale è quindi, da sempre, una tra le più importanti attività svolte dai tributaristi.
E allora, come mai sono stati estromessi, da un giorno all’altro, dal palcoscenico degli attori che possono svolgere assistenza fiscale? Nulla è trapelato dai palazzi del Governo in merito all’origine di questa scelta così drastica, anche se, a più riprese, le diverse associazioni di categoria hanno manifestato la propria indignazione chiedendo un passo indietro su tale scelta.
Nulla sarà più come prima per i tributaristi, quindi, che per continuare a svolgere la propria attività nel campo dell’assistenza fiscale saranno costretti ad operare non più come sedi periferiche di un CAF, con mandato di rappresentanza, ma come centri di raccolta, non svolgendo attività fiscale, quindi, ma raccogliendo semplicemente la documentazione propedeutica alla dichiarazione dei redditi. Appare evidente, che tale disciplina sminuisce enormemente la professionalità e l’esperienza di questa categoria, pubblicamente apprezzata e riconosciuta.
Ad oggi il Governo non ha manifestato l’intenzione di tornare sui propri passi in merito a questa decisione così delicata e controversa, anche in questi giorni in Parlamento si sta votando sull’onnicomprensivo “Decreto mille proroghe”, che potrebbe far slittare di un anno circa alcune delle importanti novità introdotte dal D.L. 175/2014, (anche se si tratta di proroghe molto marginali rispetto a tutto il nuovo impianto normativo). Staremo a vedere.
Alex Naro – Centro Studi CGN