Lo studio professionale: un viaggio

Lo Studio Professionale è un viaggio. Il paragone potrà sembrare strano ma se si pensa alle semplici azioni che si compiono prima di un viaggio ci si accorge che, ancor prima della partenza, si verifica la destinazione e la strada da percorrere; durante il tragitto si seguono i segnali stradali ma si controlla anche costantemente il navigatore che, negli anni, da atlante stradale è diventato oggi uno smartphone.

E lo studio professionale invece? Anni di studio, anni di sacrificio, giornate e ore spese in ufficio per poi rendersi conto che non si ha una meta, che non si controlla nulla, che, a differenza di un viaggio, non si verifica dove si sta andando, non si sa se la direzione è quella giusta ma soprattutto si è legati, anzi incatenati, alla “vecchia” tecnologia e si ha paura di cambiare, di progredire.

Per operare sempre in modo corretto, lo studio professionale ha bisogno di strumenti di analisi e verifica; ecco perché è fondamentale conoscere ed utilizzare gli indicatori.

Gli indicatori sono importanti elementi di controllo, misure di grandezza che consentono di verificare se le azioni intraprese  stanno portando agli  obiettivi prefissati.

Gli indicatori sono:

  • un rapporto fra grandezze monetarie, grandezze temporali  e grandezze quantitative.
  • pochi ma efficaci.

La ricerca e l’identificazione degli indicatori merita particolare attenzione e presuppone che lo studio: abbia chiari gli obiettivi, sappia cosa monitorare, conosca e dichiari il risultato che vuole ottenere, identifichi e comunichi i ruoli e le responsabilità, determini i mezzi per arrivare al risultato.

Ecco un esempio concreto di alcuni possibili indicatori: numero di prestazioni erogate, prestazioni effettivamente fatturate o flusso periodico di clienti.

Gli indicatori facilitano il monitoraggio dell’andamento dello studio e della pianificazione, aiutando a creare processi correttivi in caso di scostamento verso l’obiettivo. Uno strumento molto utile in questo senso è la Balanced Scorecard (ideata degli anni ‘90 da Kaplan e Norton), che consente di tradurre le strategie in indicatori di performance (scorecard) assicurandone l’equilibrio (balance).

La BSC consiglia di guardare l’organizzazione da quattro prospettive:

  • prospettiva dei clienti;
  • prospettiva dei processi interni di studio;
  • prospettiva di innovazione e crescita;
  • prospettiva finanziaria.

Definita la vision aziendale, per ogni prospettiva è necessario elaborare:

  • fattori critici di successo;
  • obiettivi (risultati da ottenere);
  • misure (misure oggettive degli obiettivi);
  • target (traguardi relativi agli obiettivi definiti);
  • action plan (azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi).

La realizzazione di un sistema Balanced Scorecard aiuta ad organizzare e lavorare in modo strategico non perdendo mai di vista l’obiettivo. La strategia sarà sempre il punto di forza e il riferimento per lo studio.  Questo fa sì che lo studio sia sempre centrato e allineato con gli obiettivi prefissati.

È arrivata l’ora di chiudere quel vecchio atlante e di lasciarsi guidare da tecnologie nuove che aiuteranno a capire se la direzione intrapresa è quella corretta.

Annalisa Quarin – Centro Studi CGN