È iniziato il processo di accorpamento delle Camere di Commercio che, se tutto va bene, verranno rapidamente dimezzate. Vediamo in dettaglio cosa accadrà.
L’art. 8 della Legge 7 agosto 2015, n.124 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, in vigore dal 28 agosto 2015, prevede che il Governo dovrà adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per modificare la disciplina della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei Ministeri, delle agenzie governative nazionali e degli enti pubblici non economici nazionali.
Tra i principi e i criteri direttivi che il Governo si impone di seguire, in questo articolo, ci soffermiamo su uno in particolare, ovvero “riordino, accorpamento o soppressione degli uffici e organismi al fine di eliminare duplicazioni o sovrapposizioni di strutture o funzioni”.
Ed è proprio da qui che nasce il progetto di accorpare le Camere di Commercio che, come prevede l’emendamento del Sen. Paglieri (art. 8-bis), dovranno passare da 105 a 60 mediante accorpamento sulla base di una soglia dimensionale minima di 75.000 (80.000 era la proposta del Senato) imprese e unità locali iscritte o annotate nel Registro delle Imprese, salvaguardando la presenza di almeno una Camera di commercio in ogni regione e tenendo conto delle specificità geo-economiche dei territori.
Tale progetto è già partito con un primo accorpamento che riguarda le Camere di Commercio di Venezia e Rovigo e che, dal 20 luglio 2015, ha visto la nascita della Camera di commercio di Venezia Rovigo e Delta-Lagunare.
Con quattro decreti ministeriali del 6 agosto 2015, il Ministero dello Sviluppo Economico ha dato avvio al processo di costituzione di quattro nuove Camere di Commercio mediante accorpamento delle seguenti 9 Camere:
- VERCELLI – BIELLA che diventerà la “Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Biella e Vercelli”
- LIVORNO – GROSSETO che diventerà la “Camera di commercio industria artigianato e agricoltura della Maremma e del Tirreno”
- GORIZIA – TRIESTE che diventerà la “Camera di commercio industria artigianato e agricoltura Venezia Giulia”
- CATANZARO – CROTONE E VIBO VALENZIA che diventerà la “Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia”
Sempre grazie all’emendamento del relatore Giorgio Pagliari, è stata scongiurata l’abolizione del diritto camerale (che costituisce ad oggi la principale fonte di finanziamento del Sistema), ed evitato il trasferimento del Registro delle Imprese al Ministero dello Sviluppo Economico. Il riordino complessivo del sistema delle Camere di Commercio ad opera del Governo si concentra quindi sulla riduzione del numero degli enti camerali e sulla revisione dei loro compiti, purché il tutto avvenga in tempi rapidi; infatti il Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha sottolineato che: “è di fondamentale importanza per il Governo che confida in un sistema camerale in grado di dare risposte celeri alle necessità di riorganizzazione sul territorio. Il Ministero dello Sviluppo Economico si aspetta nelle prossime settimane numerose delibere di unificazione. Le Camere devono procedere rapidamente”.
Inoltre la riforma deve offrire agli enti una maggiore certezza sulle fonti di finanziamento utili per assolvere i compiti loro assegnati, come ha precisato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere fino al 22 giugno 2015.
Ricordiamoci che la ratio di questa riforma è ottimizzare il funzionamento delle Camere di Commercio in termini di efficienza e utilizzo delle risorse per fornire un servizio alle imprese che permetta una gestione facile, veloce, precisa ma soprattutto con bassi costi per la propria attività.
Giorgia Martin – Centro Studi CGN