Lo schema di disegno di Legge, approvato recentemente, sulla rivisitazione delle norme sull’antiriciclaggio contiene, tra l’altro, la riforma del sistema sanzionatorio previsto dal D.Lgs. 231/2007, con una diversa individuazione dei casi in cui applicare la sanzione penale. Tutte queste novità, di fatto, renderanno necessaria una rivisitazione delle procedure di studio.
Appare chiaro che si va verso una valutazione della gravità dell’omissione con un preciso riferimento al dolo ed alla colpa grave in termini di adeguata verifica, di conservazione dei documenti obbligatori e di segnalazione operazione sospetta.
Il legislatore, nell’adeguare la norma nazionale alla IV direttiva UE, ha ritenuto valide le osservazioni dei Consigli Nazionali dei Professionisti, ridimensionando la portata delle sanzioni penali ai casi più gravi. In tale ottica, sarebbe auspicabile la piena condivisione della direttiva, che fa anche uno specifico riferimento alla dimensione della struttura che dovrebbe adempiere agli obblighi normativi con procedure semplificate.
Con la modifica della normativa, potremmo finalmente assistere alla scomparsa delle “manette”, tranne per i casi di colpa grave e dolo, con la depenalizzazione dell’attuale normativa (anche se le modifiche normative daranno maggiore risalto alle modalità di adeguata verifica), con l’istituzione di una sorta di registro centralizzato per i titolari effettivi, con una modifica sostanziale dei soggetti PEP (persone politicamente esposte), che non dovrebbe più solo riguardare i soggetti extra comunitari, e con la richiesta del GAFI di inserire il concetto di reato fiscale.
Maurizio Tollini – Centro Studi CGN