Lo scorso 26 ottobre il MEF ha definito le procedure applicative relative al rimborso dell’IMU che erroneamente è stata versata allo Stato in luogo dei relativi Comuni. I rimborsi stanno avvenendo in questi giorni, secondo le modalità stabilite dal Decreto sopra citato.
Il Decreto del MEF è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 264 dell’11 novembre 2016 e dispone come e quando effettuare i rimborsi dell’Imu erroneamente versata allo Stato anziché al Comune.
Il primo passo spetta al Comune di residenza, che deve verificare il diritto alla restituzione degli importi. Una volta verificata la veridicità e conclusa l’istruttoria, il Comune predispone le liste nelle quali sono indicati:
- generalità dei contribuenti
- importo spettante
- Iban del c/c
e le invia al Dipartimento delle Finanze.
Sulla base di procedure automatizzate il Dipartimento delle Finanze emette degli ordini di pagamento collettivi che invia alla Banca d’Italia contestualmente agli elenchi ricevuti, che contengono gli estremi per l’accredito degli importi dovuti ai contribuenti.
A questo punto la Banca d’Italia procede alla verifica dei dati e ai successivi accrediti.
Nel caso in cui non sia stato segnalato l’Iban, verrà emesso un mandato di pagamento intestato al singolo contribuente e il rimborso verrà effettuato:
- in contanti, da ritirarsi presso gli Uffici postali, per gli importi fino a euro 1.000,00, entro il secondo mese successivo a quello di esigibilità;
- a mezzo vaglia cambiario non trasferibile della Banca d’Italia per gli importi superiori a euro 1.000,00.
In caso di mancata riscossione degli importi, questi saranno riversati alla Tesoreria centrale nel c/c intestato al “Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, Ispettorato generale per la finanza delle pubbliche amministrazioni”, ai fini della riemissione del mandato di pagamento a favore del contribuente.
Rita Martin – Centro Studi CGN