Con le ultime e numerose novità che hanno interessato i Caf, è piuttosto diffusa tra i professionisti del settore la sensazione che non ci sia più futuro per l’attività di assistenza fiscale. In realtà, osservando i numeri più da vicino, non è in discussione l’attività di assistenza fiscale in sé né la remuneratività per commercialisti e consulenti del lavoro, quanto piuttosto l’approccio mentale e la metodologia di lavoro degli operatori del settore.
Il terzo anno di campagna fiscale in presenza del 730 precompilato predisposto dall’Agenzia delle Entrate si è concluso, possiamo quindi avanzare alcune considerazioni sulle prospettive dell’assistenza fiscale offerta dall’Agenzia delle Entrate e dai Caf.
Il totale dei modelli 730 presentati dai contribuenti è ancora aumentato nel 2017 arrivando al numero di quasi 20 milioni. All’interno di questo dato complessivo si consolida il numero dei 730 inviati dai Caf, che arriva a oltre 17,6 milioni, superando di 100.000 pratiche il risultato dell’anno precedente. Crescono anche i numeri dei 730 inviati dai singoli contribuenti sulla base del modello precompilato predisposto dall’Agenzia delle Entrate, che raggiungono il numero di 2.300.000 con un incremento di 300.000 pratiche rispetto all’anno scorso.
Tale incremento è rilevante, ma comunque non raggiunge quella quota di mercato che il progetto precompilato si era posto come obiettivo iniziale.
I numeri dei 730 precompilati inviati dai singoli contribuenti cresceranno ancora in futuro, ma l’esperienza di questi tre anni, confortata dai numeri prima riportati, ci indica che l’attività di assistenza fiscale non è a rischio estinzione. L’attività di assistenza fiscale necessariamente continuerà anche in futuro, ma si confermerà un sistema bipolare: quello gestito dall’Agenzia delle Entrate e quello governato dai Caf.
La dimensione e la fisionomia delle soluzioni future dipendono in modo determinante da come (re)agiranno gli attori in gioco e, in particolare, da cosa farà il Governo nell’ambito della revisione della normativa fiscale e da cosa faranno i Caf ai fini di qualificare e personalizzare la propria offerta di servizio ai professionisti.
Altri elementi che influiranno sulle future prospettive sono gli aspetti economico-finanziari legati ai compensi ministeriali erogati ai Caf e i nuovi importi delle sanzioni per gli errori commessi stabiliti dalla nuova normativa.
Con la legge di stabilità 2016 il Governo ha ridotto il fondo per i compensi ai Caf di 100 milioni di Euro dei quali: 40 a decorrere dal 2016, 30 dal 2017 e altri 30 dal 2019. Una scelta che contraddice quanto precedentemente definito tra la Consulta dei Caf ed il Governo al momento dell’avvio del modello precompilato quando, con uno specifico decreto, si stabilivano nuove e più alte tariffe per gli anni di avvio del nuovo servizio.
Per tutelare i propri interessi i Caf, a fronte di un atto gravemente scorretto e fortemente penalizzante, hanno impugnato in sede giudiziaria l’atto di riduzione dei compensi. Si tratta di una scelta doverosa e necessaria di cui attendiamo l’esito.
Sappiamo tuttavia che il tema dei compensi è il primo di una serie di sfide che i Caf devono affrontare per far fronte a questa riduzione. Altro aspetto determinante per il futuro riguarderà la capacità di efficientare i processi in modo da migliorare l’erogazione del servizio e ridurre i tempi delle operazioni più burocratiche, perché restituire tempo e valore al professionista significa rendere remunerativa l’attività Caf e aumentare il valore professionale della consulenza fiscale.
Dunque non è finita l’assistenza fiscale, ma per continuare questa attività in modo remunerativo dobbiamo prendere coscienza del cambiamento in atto e affrontarlo puntando su innovazione tecnologica, più valore al professionista e fidelizzazione del cliente (non più e non solo il modello 730 una volta all’anno).
Valeriano Canepari, Amministratore Delegato Caf CGN SpA