Quale futuro per i commercialisti se non la specializzazione?

Negli ultimi anni, i commercialisti stanno assistendo ad un netto calo dei loro redditi professionali. Colpa della crisi e di uno stato di sofferenza delle professioni che non accenna a diminuire o colpa loro che non vogliono evolversi e cambiare? La specializzazione può essere una soluzione concreta per il futuro della professione?

Se ci pensiamo bene, il commercialista viene spesso identificato solamente come l’esperto delle tasse e delle questioni fiscali. Nella stragrande maggioranza dei casi, fino ad oggi, il commercialista è stato un “tuttologo fiscale”, un professionista che lavora in studi medio-piccoli che si occupa di tutti (o quasi) gli adempimenti fiscali a carico delle aziende e imprese assistite.

Partendo dalla consapevolezza che questa situazione non può andare avanti ancora per molto, forse sarà il caso di iniziare a investire su qualcosa di nuovo e concentrarsi su settori che possono essere innovativi per la professione, come ad esempio l’internazionalizzazione delle imprese, le risoluzioni delle crisi d’impresa, il terzo settore, la finanza agevolata e/o la consulenza strategica per l’impresa.

Già da qualche anno, anche le associazioni di categoria dei commercialisti puntano verso un riconoscimento dei percorsi specialistici affinché l’offerta formativa preveda la possibilità di rilasciare delle attestazioni con l’esito dei corsi frequentati dai professionisti.

Personalmente, sono del parere che l’obiettivo delle specializzazioni dei commercialisti deve essere quello di garantire una adeguata preparazione teorica ed un congruo addestramento professionale pratico finalizzato all’offerta alla clientela di prestazioni professionali di indubbia qualità.

Il commercialista deve farsi percepire dal cliente come un alleato per lo sviluppo del suo business, in grado di incidere con la sua attività e con la sua specializzazione sul fatturato dell’azienda, generando valore e non limitando l’azione al soddisfacimento di uno o più adempimenti fiscali.

Ma come far partire il processo di specializzazione?

Prima di tutto, se non si è già esperti in qualcosa o non si hanno ancora le idee chiare su “cosa fare da grandi”, occorre capire su cosa puntare. Specializzarsi in campo tributario piuttosto che in controllo di gestione, ad esempio, può voler dire tutto e niente!

Il grado di preparazione, le competenze e le skills che un determinato settore presuppone possono essere così vaste e differenziate che parlare di specializzazione in campo tributario o in controllo di gestione può risultare aleatorio. Al contrario, uno specialista dell’IVA avrà invece grandi opportunità in quel campo.

Il processo di specializzazione deve partire dallo sviluppo della conoscenza e delle competenze maturate negli anni. Questo è fondamentale per avviare con consapevolezza un progetto di cambiamento e specializzazione che risulti efficiente nell’impiego delle risorse ed efficace in termini di tempo, traguardi da conseguire e obiettivi conseguiti.

Prima ancora di considerare i diversi aspetti tecnici, il professionista deve rispondere a queste domande. Cosa voglio fare da grande? Quali sono veramente i miei interessi? Cosa mi chiedono i miei attuali clienti? Cosa mi aspetto dalla libera professione? Cosa è cambiato da quando ho iniziato la libera professione? Come mi vedo tra 5 o 10 anni?

Dal momento che questo processo comporta un certo impegno, diventa prioritario per il professionista trovare un settore o un campo per il quale nutra davvero un notevole interesse ed un amore profondo per la materia trattata.

Ma c’è un’altra cosa da tenere in considerazione. Occorre essere certi che quel campo o quel settore abbia un mercato, ovvero devono esserci persone o aziende che richiedono quel tipo di specializzazione (o che hanno interesse a risolvere uno specifico problema in quel campo) e cercare di capire per tempo quali saranno nel prossimo futuro le esigenze dei clienti.

Ecco allora che una formazione mirata e continua, unita ad una conseguente solida esperienza sul campo che da quella formazione ha tratto le sue basi è un ottimo modo per iniziare il processo di specializzazione con la giusta consapevolezza. Solo in questo modo, la specializzazione potrebbe veramente diventare l’ancora di salvezza di una professione in crisi.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

http://www.il-commercialista-dei-professionisti.com