Prevenzione della crisi e organizzazione aziendale

Nella filosofia di fondo che guida il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’ insolvenza (D.Lgs. n. 14-2019, in breve CCII) spicca “l’adozione delle misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi assumendo senza indugio le iniziative necessarie a farvi fronte” (art. 3).

Trattasi dei “doveri del debitore“, che riguardano sia l’imprenditore individuale sia l’imprenditore collettivo, che pertanto non possono limitarsi a rilevare lo stato di crisi aziendale ma devono prevenirlo anche a salvaguardia della continuità aziendale.

Infatti, a causa dell’attuale scenario economico, le situazioni di crisi economico-finanziaria d’impresa non hanno più carattere di straordinarietà nella vita aziendale, ma sono diventate una componente permanentemente latente o addirittura già presente.

Pertanto, la cultura aziendalistica deve permearsi della “cultura della crisi” per avviare per tempo precorsi di ristrutturazione e risanamento aziendali.

Perciò, specificatamente “l’imprenditore che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa” non solo in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa ma anche della continuità aziendale (art. 375 CCII a modifica dell’art. 2086 del C.C.).

Stante ciò, in azienda è importante attribuire specifiche funzioni a soggetti separati tra loro, determinandone compiti e responsabilità, così come determinare processi e adottare procedure (anche con l’ausilio di strumentazioni) per individuare, misurare, gestire e monitorare adeguatamente i rischi aziendali del periodo e prospettici, per contenerli e prevenirli.

Le cosiddette misure premiali (art. 25 CCII) consistenti in particolari benefici in ordine anche alla sensibile riduzione della misura di interessi e sanzioni su debiti fiscali, ripagheranno l’imprenditore della tempestività dell’inizio delle azioni volte a prevenire l’aggravarsi della crisi e lo porranno al riparo da specifiche responsabilità personali e penali.

La tecnologia avanzata può senz’altro supportare l’imprenditore nelle decisioni strategiche. Infatti, il miglioramento dei margini di economicità aziendale (presupposto dell’equilibrio economico-finanziario d’impresa) magari già risicati, passa anche dal saper ottimizzare la combinazione degli elementi che compongono i processi produttivi o di commercializzazione dei prodotti aziendali. Con quest’ausilio, l’imprenditore/management avrà conoscenza di dati e informazioni indispensabili per assumere “decisioni consapevoli”.

Pertanto, strumenti di business intelligence (BI) potranno supportare processi di misurazione, controllo e analisi dei risultati e delle performance aziendali su base storica.

Invece, l’adozione di un Decision Support System-DSS (sofisticato sistema software di supporto alle decisioni che può contenere anche strumenti di BI) permetterà di aumentare l’efficacia dell’analisi predittiva della crisi aziendale, estraendo e trattando in modo versatile le informazioni utili possedute a servizio dei processi decisionali.

Pertanto, l’assunzione di decisioni consapevoli da parte dell’imprenditore, è ormai indispensabile per i principi enunciati dal nuovo CCII. Per evitare le conseguenze derivanti da una crisi d’impresa e perdita della continuità aziendale, l’imprenditore ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile consono alla natura e alle dimensioni dell’impresa.

Dott. Rag. Giuseppina Spanò – Palermo