A causa della crisi economica e finanziaria che perdura da ormai troppo tempo, imprenditori e liberi professionisti si trovano ad affrontare quotidianamente problemi di inefficace gestione finanziaria e mancanza di liquidità. Quali sono gli errori più comuni che possono mettere a repentaglio l’andamento finanziario di un’azienda o di uno studio professionale? E cosa si può fare per gestire al meglio la liquidità aziendale?
Errore n. 1 – Non tenere una corretta contabilità o prima nota delle entrate e uscite
Molto spesso, la registrazione dei movimenti delle entrate o delle uscite finanziarie viene fatta esclusivamente per soddisfare un obbligo di legge (quello della tenuta della contabilità o della predisposizione del bilancio di esercizio) e non ci si preoccupa di leggere quei dati con uno spirito diverso.
Cosa si dovrebbe fare invece? Occorrerebbe iniziare a registrare ogni entrata e ogni uscita, tenendo un elenco accurato dei pagamenti effettuati e ricevuti, di quelli insoluti e di quelli in ritardo. Il motivo per cui spesso non si fa questo è che l’imprenditore è troppo impegnato a gestire le attività produttive dell’azienda e/o non riesce a delegare a terze persone questo compito.
Errore n. 2 – Quando si tiene una contabilità, non capire bene cosa c’è che non va
Chi invece tiene una contabilità ordinata registrando tutte le transazioni, spesso non è in grado di leggere bene i dati e capire cosa c’è che non va. Molte persone non capiscono la differenza tra profitti e flussi di cassa. I primi sono la differenza tra i ricavi ed i costi di un determinato prodotto o servizio. I secondi invece, sono tutte le entrate e le uscite dell’azienda.
Avere una buona redditività non vuol dire necessariamente avere una buona gestione finanziaria. Si può essere bravi a generare reddito, ma non altrettanto a gestire i flussi di cassa che quel reddito può generare.
I flussi di cassa sono i principali rilevatori dello stato di liquidità di un’azienda. Attraverso il monitoraggio dei flussi di cassa è possibile infatti misurare lo stato di salute di un’azienda più di ogni altro dato relativo al fatturato e all’utile.
Per gestire al meglio la liquidità aziendale, bisogna analizzare in modo completo i flussi di denaro in entrata e in uscita opportunamente suddivisi in entrate e uscite fisse, variabili (che presentano significative variazioni in base all’aumento della produzione) o semi variabili.
L’uso di uno specifico software gestionale potrebbe aiutare a capire e gestire al meglio la liquidità e le risorse finanziarie disponibili in azienda. L’alternativa, se si hanno le disponibilità economiche e finanziarie, è quella di farsi aiutare da un consulente esterno.
Errore n. 3 – È inutile ridurre solo i costi
È inutile ridurre solo i costi. Quando si percepiscono i primi segnali della mancanza di liquidità, la prima cosa che molti fanno è quella di tagliare le spese superflue. Generalmente, i primi costi che vengono tagliati sono le spese pubblicitarie, le spese per il personale in esubero e a seguire le altre spese considerate “inutili”.
Il taglio dei costi sembra funzionare perché produce subito un grande impatto sul bilancio aziendale. Ma è veramente la cosa giusta da fare?
Sono del parere che occorre agire anche per cercare di riscuotere i crediti vantati verso i clienti e quelli ritenuti inesigibili. In buona sostanza, si tratta di rivedere le più comuni ed elementari regole da comunicare ai clienti per migliorare il rapporto commerciale con loro e agire prima che i crediti si accumulino raggiungendo importi sempre maggiori (più un credito aumenta, maggiore è il rischio che diventi inesigibile).
Le strategie per ridurre e anticipare i tempi di incasso possono essere diverse, ma tutte dovranno essere finalizzate a favorire lassi di tempo ragionevoli e garantire nel tempo la continuità del rapporto commerciale.
Le soluzioni descritte fin qui sono tutte valide, ma è opportuno ricordare che ogni progetto di risanamento aziendale o consolidamento richiede la conoscenza approfondita dell’azienda, delle risorse finanziarie necessarie e le modalità per il loro ottenimento.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN