Siglata la nuova convenzione tra INL, INPS, CGIL-CISL-UIL e CONFINDUSTRIA per la misurazione della rappresentanza dei sindacati nelle aziende. La firma che ha ufficializzato il documento, fortemente voluta dalle parti, è datata 19 Settembre 2019 ed è stata accolta positivamente dal Governo.
Con tale intesa gli attori sociali tentano di dare applicazione pratica all’ormai annosa questione concernente i criteri con i quali stabilire quali siano i contratti collettivi in linea con le previsioni di cui all’art. 51 del D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81, secondo il quale “Salvo diversa previsione, ai fini del presente decreto, per contratti collettivi si intendono i contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e i contratti collettivi aziendali stipulati dalle loro rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla rappresentanza sindacale unitaria.”
Il testo della convenzione siglata evidenzia quale focus l’analisi, la stima e l’elaborazione del dato associativo. Ciò avverrà attraverso la raccolta, gestita tramite codici identificativi emessi dall’INPS, dei contratti collettivi applicati e delle adesioni alle singole sigle sindacali. Una novità decisiva per poter definire con chiarezza la maggior rappresentatività all’interno delle aziende.
In virtù dell’accordo, che ha validità triennale, e attraverso i dati raccolti, sarà possibile svolgere un’attenta analisi (per il momento solo relativa alle aziende associate a Confindustria) utile a valutare l’effettiva rappresentatività dei contratti sottoscritti nel settore privato per stabilire in concreto quali possano essere definiti “leader”. La medesima indagine potrà, al tempo stesso, essere di ausilio nelle attività di controllo da parte delle Amministrazioni pubbliche e in particolare per gli istituti previdenziali e gli Ispettorati del Lavoro.
L’accordo risulta esser un ulteriore tassello di un iter di confronto tra le parti sociali cominciato con il Testo Unico sulla Rappresentanza, datato 10 Gennaio 2014 e sottoscritto da Confindustria e CGIL, CISL, UIL. Sul cammino già intrapreso proprio dal 2014, con cui erano state poste le prime basi per tentare di “misurare” le rappresentanze sindacali interne alle aziende, e vista la volontà delle stesse parti di voler implementare tale piattaforma, con il nuovo accordo le parti intendono affidare:
- all’INPS il servizio di raccolta, elaborazione e comunicazione del dato associativo;
- all’INPS e all’Ispettorato Nazionale del Lavoro l’attività di raccolta del dato elettorale;
- all’INPS il compito di rielaborare il dato associativo con il dato elettorale con un sistema di ponderazione.
La ponderazione avverrà osservando i seguenti criteri:
- il dato associativo di ogni Organizzazione sindacale è determinato sulla base del rapporto fra il numero degli iscritti all’Organizzazione sindacale e il numero complessivo degli iscritti alle Organizzazioni sindacali;
- il dato elettorale relativo ad ogni Organizzazione sindacale è determinato sulla base del rapporto fra il numero dei voti validi ottenuti nelle elezioni delle RSU e il numero totale dei voti validamente espressi;
- la ponderazione del dato associativo con quello elettorale sarà determinata della risultante della media semplice dei risultati dei due dati.
L’intesa, per garantire il funzionamento pratico di quanto descritto, prevede che ogni datore di lavoro che applichi contratti collettivi nazionali sottoscritti in area Confindustria, attraverso la dichiarazione contributiva mensile UniEmens, indichi in apposite sezioni:
- il codice del contratto collettivo nazionale di lavoro applicato in azienda ai dipendenti;
- il codice dell’Organizzazione sindacale di categoria cui i dipendenti aderiscono;
- il numero dei lavoratori aderenti alla singola Organizzazione sindacale di categoria;
- il numero degli iscritti appartenenti a unità produttive con più di quindici dipendenti ove siano presenti rappresentanze sindacali aziendali (RSA) ovvero non sia presente alcuna forma di rappresentanza sindacale.
Si dispongono anche le modalità operative di raccolta dei dati e vengono calendarizzati distinti momenti dell’anno entro cui le parti firmatarie sono tenute ad elaborare e comunicare le informazioni raccolte.
L’INPS provvederà, infatti, all’elaborazione in forma aggregata dei dati sopra indicati e relativi ad ogni Organizzazione sindacale. A ciò conseguirà una trasmissione periodica (mensile) a CONFINDUSTRIA, CGIL, CISL, UIL contenente il dato aggregato relativo al numero di datori di lavoro che conferiscono i dati associativi, alla forza aziendale riferibile ai predetti datori di lavoro e al numero di lavoratori iscritti alle OO.SS di categoria firmatarie suddiviso per contratto collettivo di lavoro.
Inoltre, entro il 30 aprile dell’anno civile successivo a quello cui si riferisce la raccolta dei dati, l’INPS:
- trasmette al Presidente del Comitato di Gestione il numero dei lavoratori che hanno conferito delega sindacale, distinti per ciascun contratto collettivo nazionale di lavoro e per ciascuna OO.SS.;
- si impegna a mettere a disposizione del Comitato di Gestione, in relazione ad ogni CCNL censito dai propri sistemi di rilevazione UniEmens, il numero dei datori di lavoro che ne dichiarano l’applicazione ed il relativo numero dei dipendenti.
Successivamente, entro il 15 maggio dell’anno successivo a quello cui si riferisce la raccolta dei dati elettorali, l’INPS provvederà, per ogni contratto collettivo nazionale di lavoro, alla ponderazione nelle modalità descritte. Entro il 31 luglio dell’anno civile successivo, Confindustria e CGIL, CISL, UIL si sono impegnate a rendere pubblico il dato della propria rappresentanza per ogni singolo contratto collettivo nazionale di lavoro. Rimarranno esclusi i dati afferenti a contratti collettivi per i quali non si possa procedere alla certificazione.
Il testo, in conclusione, rappresenta una nota di continuità con quanto a suo tempo avviato, ma con l’ambizione di fornire un dato certificato utile a definire la rappresentanza sindacale e permettere così di dare contenuto alla locuzione di contratto “comparativamente più rappresentativo sul piano nazionale”. Resterà comunque da valutare la portata dei dati che ne emergeranno stante il fatto che, al momento, l’operazione coinvolge solo quelle aziende che risultano applicare contratti collettivi nazionali di espressione Confindustria, lasciando estromesse tutte le altre rappresentanze datoriali presenti (salvo Confapi che il 27 settembre 2019 ha sottoscritto una simile convenzione).
Francesco Geria – LaborTre Studio Associato