Quando parliamo di fatturato, di ricavi, di costi, di tasse, di fatture da pagare o da incassare, in un modo o nell’altro, stiamo parlando di soldi. Soldi guadagnati, soldi spesi, soldi da pagare e soldi da esigere. Il punto è che, per molti, quello dei soldi è un argomento difficile da affrontare. Perché?
Quando si parla di soldi, molte persone manifestano una forma di disagio e di riservatezza su questo aspetto della propria vita che li porta molto spesso a evitare l’argomento o a girarci intorno. Il motivo è che i soldi sono visti come qualcosa di sporco! I soldi infatti non sono solo un semplice strumento di scambio, ma assumono un significato psicologico e simbolico di più ampia portata perché sono spesso associati a molte preoccupazioni e intaccano l’identità, le aspettative, l’autostima e gli obiettivi di vita delle persone.
È per questo motivo che molta gente ha un netto rifiuto a occuparsi di tutto quello che ha a che fare con le tasse, con le bollette da pagare, o peggio, con la riscossione dei propri crediti commerciali (la maggior parte dei crediti da esigere e che rimangono insoluti nasce proprio da questo rifiuto).
Poche persone riescono a gestire con facilità i problemi legati alle proprie finanze! La maggior parte delle persone invece riesce a malapena a fronteggiare le spese impreviste. E non è raro vedere imprenditori che avviano con successo un’attività economica per vederla poi crollare miseramente dopo i primi intoppi finanziari o a causa della propria incapacità a gestire la ricchezza accumulata (spesso si crede di non meritare la “fortuna” ricevuta).
Quanto detto finora sembra essere legato al denaro, ma se ci pensate bene, non è mai solo questione di soldi. Si tratta invece di sentimenti di insicurezza economica che esprimono problemi relazionali, inadeguatezza o credenze limitanti.
Un esempio aiuterà a chiarire il concetto. Il pagamento di un modello F24 contenente un debito fiscale di elevato importo, per una persona, può rappresentare una liberazione per un debito fiscale che grava sulle sue spalle oppure un’uscita finanziaria non gradita a seconda delle emozioni e dello stato d’animo del momento.
Dietro qualunque situazione finanziaria, infatti, si possono nascondere pensieri, credenze ed emozioni che influenzano i nostri comportamenti nei confronti delle diverse situazioni. La considerazione che ognuno di noi ha di sé può portare ad attirare inconsciamente le circostanze di cui ognuno, nell’inconscio, ha bisogno per esprimere i propri sentimenti o i propri stati d’animo.
Come migliorare allora il rapporto con i soldi?
L’esame dei sentimenti espressi attraverso il proprio comportamento in merito alle questioni finanziarie può aiutare a migliorare il rapporto con il denaro in modo durevole. Basta osservare il modo in cui si reagisce nelle diverse situazioni. Purtroppo le credenze radicate nella mente delle persone possono essere cambiate solo attraverso un vero e proprio cambiamento dei pensieri e dei comportamenti, anche se ciò non è facile. Il cambiamento, infatti, genera diverse resistenze perché ogni individuo tende a non cambiare, dal momento che il proprio status attuale, per quanto disfunzionale possa essere, fornisce certezza e sicurezza.
Fortunatamente, attraverso una buona comprensione dei fattori che generano resistenza e una buona preparazione al cambiamento è possibile modificare tutti quei comportamenti che bloccano le persone nelle loro convinzioni e nelle loro credenze. Attraverso il controllo dei propri pensieri e delle proprie emozioni, è possibile affrontare le difficoltà, le preoccupazioni, l’ansia e la sensazione di malessere che spesso i soldi generano.
Dal momento che il denaro è solo un mezzo con cui, nel bene e nel male, ci troviamo a interagire per tutta la vita, dobbiamo imparare a rispettare e apprezzare il denaro che produciamo ed il suo ruolo nella nostra vita. E lo possiamo fare solo attraverso una conoscenza ed un uso consapevole dello stesso e degli strumenti che abbiamo a disposizione per gestirlo. Ma di questi ed altri argomenti parleremo nei prossimi articoli.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN
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