Prende forma la Fase 2. La riapertura! È opportuno che aziende e studi professionali che sino ad ora sono stati chiusi, inizino a pensare al post quarantena da Covid-19 per ripartire subito ed in totale sicurezza con la propria attività. Ma come sarà il post quarantena? Come ci si dovrà organizzare? Quali sono le precauzioni e le misure da prendere per non farsi trovare impreparati?
Terminata la quarantena torneremo tutti in maniera graduale nei luoghi di lavoro. Ma nulla sarà più come prima: la condivisione degli spazi, la gestione degli strumenti di lavoro, il ricevimento dei clienti, i comportamenti sociali, le precauzioni da adottare.
La riapertura comporterà l’applicazione di alcune misure atte a garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone, in particolare se ci si avvale di dipendenti/collaboratori. La circolare n. 3190 del 3 febbraio 2020 del Ministero della salute afferma che è responsabilità del datore di lavoro (con la collaborazione del medico competente) di tutelare i lavoratori dal rischio biologico.
E sempre il Ministero della Salute in accordo con il Governo, in data 14 marzo ha firmato un protocollo con le parti sociali aggiornato al 24 aprile per stabilire le misure minime per contrastare e contenere la diffusione del coronavirus e tutelare la salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro, che prevede una serie di comportamenti validi per tutte le aziende.
In sintesi, ecco le cose da fare:
- Informazione: attraverso un’adeguata informazione l’azienda deve informare tutti i lavoratori e chiunque entri nei locali aziendali che esistono delle disposizioni di sicurezza da rispettare.
- Modalità di ingresso in azienda: il personale e tutti coloro che entrano in azienda potranno essere sottoposti al controllo della temperatura corporea. Secondo il protocollo di autodisciplina è previsto che tutto il personale e i visitatori provvedano a misurare ogni giorno la propria temperatura e contattare il medico in caso di manifestazione febbrile (oltre 37,5 gradi).
- Modalità di accesso di fornitori esterni e visitatori: al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale, viene definita la procedura di ingresso, transito e uscita, mediante percorsi e tempistiche predefinite. Viene data disposizione di limitare il contatto diretto con il materiale esterno compresi i documenti (ove possibile richiedere l’invio dei documenti in formato digitale).
- Pulizia e sanificazione in azienda: partiamo con la premessa che c’è una differenza sostanziale tra pulizia e sanificazione. Con il termine pulizia si intende l’azione volta ad eliminare il sudiciume; con il termine sanificazione si intende invece quel complesso di procedimenti atti a sanificare l’ambiente di lavoro che comporta la distruzione di virus e agenti patogeni. Una regolare sanificazione non può essere fatta senza aver prima pulito l’ambiente di lavoro. È opportuno rivolgersi ad aziende che abbiano i requisiti e le autorizzazioni per fare sanificazione, che possono esercitare l’attività (codice ateco 81.29.10) e che sono abilitate al rilascio della certificazione.
- Precauzioni igieniche personali: rispetto di tutte le precauzioni igieniche personali, in particolare per le mani (raccomandata la pulizia frequente con acqua e sapone); gel igienizzanti devono essere posizionati in prossimità degli ingressi e negli spazi comuni.
- Dispositivi di protezione individuale: è necessario utilizzare mascherine personali, guanti personali, cuffie, occhiali protettivi o indumenti di lavoro personali; le postazioni di lavoro con PC che possono presentare degli avvicinamenti involontari da parte di lavoratori o utenti devono essere separati con pannelli in plexiglass di dimensioni tali da garantire la distanza interpersonale.
- Gestione spazi comuni: l’accesso agli spazi comuni (mense, aree fumatori, spogliatoi, etc…) è contingentato. Tempi di sosta ridotti, rispetto della distanza di sicurezza e divieto di assembramento.
- Organizzazione aziendale: al rientro si potrà procedere ad una rimodulazione della turnazione, dei livelli produttivi, del lavoro con procedure che prevedono la modalità di lavoro agile (in buona sostanza, anche al rientro, tutte le attività che possono essere svolte a distanza devono essere svolte in smart working).
- Gestione dell’ingresso/uscita del personale: al fine di evitare il più possibile contatti nelle zone comuni, occorre adottare orari di ingresso/uscita scaglionati dei dipendenti.
- Spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione: devono essere limitati al minimo indispensabile e nel rispetto delle indicazioni aziendali; stop a riunioni, eventi interni o formazione di gruppo in aula.
- Come gestire un caso sintomatico: obbligo di dichiarare all’ufficio personale o al datore di lavoro eventuali casi sospetti o sintomi di infezione, per procedere a isolamento immediato in base alle disposizioni dell’autorità sanitaria.
Anche l’INAIL nei giorni scorsi ha pubblicato un documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio nei luoghi di lavoro e delle strategie di prevenzione da adottare anche in considerazione di quanto già contenuto nel protocollo stipulato tra Governo e Parti sociali il 14 marzo.
Il documento dell’INAIL, sulla base di tre parametri (esposizione, prossimità e aggregazione), stima, in modo orientativo, il rischio di contagio in classi di rischio: basso, medio basso, medio, medio alto e alto.
E gli studi professionali?
Le misure riepilogate sono generali e valide per tutti i settori: industria, commercio e servizi; pertanto si possono applicare anche agli studi professionali, tenendo conto di privilegiare gli aspetti relativi alla pulizia e sanificazione dello studio, alla pulizia dei materiali e strumenti di lavoro, alla manutenzione dell’impianto di aria condizionata, alla limitazione all’accesso allo studio e alle modalità di svolgimento del lavoro.
Per la sanificazione dei locali è necessario applicare le indicazioni per la sanificazione e la disinfestazione previsti dal Ministero della Salute. In particolare, pulire accuratamente e frequentemente le superfici con cui si viene più frequentemente a contatto utilizzando acqua e detergente e applicando disinfettanti a base alcolica (almeno 70%) o a base di cloro (candeggina, varechina).
Per quanto riguarda il materiale e gli strumenti di lavoro (cartelline, faldoni, PC, tastiere, mouse, monitor, tablet, cellulari, citofoni, interruttori della luce) ove possibile devono essere puliti quotidianamente con alcol puro minimo al 75% (vedi dettagli sul sito del Ministero della salute collegandoti a questo link).
Per gli impianti di condizionamento dell’aria deve essere effettuata un’accurata pulizia dei filtri ed una pulizia approfondita per gli impianti più vetusti. In ogni caso, dopo la visita di un cliente è necessario effettuare un ricambio di aria areando la stanza di ricevimento (è sufficiente aprire una finestra per pochi minuti).
Le attività lavorative devono svolgersi mantenendo le distanze di sicurezza tra i collaboratori di studio, tenendo in considerazione l’ampiezza dei locali ed evitando l’assembramento dei componenti di studio, in particolar modo in caso di riunioni o nei momenti di pausa.
La ricezione dei clienti è consentita ma limitando il più possibile il ricevimento degli assistiti. Consentire l’accesso ad un cliente per volta, invitando il cliente a lavarsi le mani all’ingresso in studio e tenere la mascherina all’interno dello studio. Mantenere le distanze di sicurezza tra cliente e personale limitando la presenza nella stanza di ricezione al solo professionista e ad un solo cliente. Predisporre eventuali barriere separatorie o nastri che delimitano l’accesso alle aree dello studio.
Sempre con riferimento al ricevimento dei clienti, è necessario affiggere all’ingresso dello studio professionale istruzioni chiare (eventualmente illustrate) che permettano di conoscere il modo di fruizione degli spazi e riducendo possibili rischi.
Insomma, riaprire sì, ma con le dovute cautele! Per chi ha la responsabilità della salute e della sicurezza dei lavoratori, il consiglio è quello di mettere a punto adeguate misure di sicurezza che tengano conto di specifiche o particolari situazioni ed eventualmente sentire il parere di un esperto in sicurezza del lavoro, anche al fine di evitare l’applicazione di sanzioni.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN
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