L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 ha colpito tutto il sistema economico del nostro Paese con effetti devastanti su fatturato, redditi, liquidità e occupazione di aziende e professionisti. Il blocco economico ha colpito il comparto industriale, i servizi ed il commercio con pochissime eccezioni per quelle aziende che hanno potuto o saputo riconvertirsi. Come uscire dalla crisi di liquidità? Quale piano d’azione può funzionare per evitare il fallimento delle imprese duramente colpite dalla crisi di liquidità?
Una questione di primaria importanza per valutare gli effetti economici del lockdown sulle imprese è capire quanto a lungo durerà la crisi. Alla riapertura di tutte le attività, quanto tempo ci vorrà prima che l’economia torni al livello precedente? È ipotizzabile pensare che, pur avendo causato seri danni economici al tessuto imprenditoriale (molte imprese purtroppo non ce la faranno), questa crisi non dovrebbe intaccare la struttura produttiva del sistema.
Questo perché la crisi di oggi deriva da un fattore esogeno. Cosa significa? Vuol dire che la crisi è caratterizzata da un fattore esterno al sistema: l’emergenza Covid-19 ed il lockdown delle attività. Debellata la causa che ha generato la crisi e tornati alla nuova normalità, il recupero dovrebbe essere rapido. Il condizionale è d’obbligo perché credo che l’economia non sia una scienza esatta ma una scienza che può avere più verità.
Secondo il mio punto di vista, quello che può funzionare per far fronte alla crisi di liquidità e impedire il fallimento delle tante imprese coinvolte, è sfruttare tutti gli aiuti e le misure finanziarie a sostegno delle imprese (iniezione di liquidità, agevolazioni normative, sospensione imposte, etc.). Il fine deve essere quello di scongiurare il rischio che i mancati pagamenti mettano in ginocchio le altre imprese fornitrici, generando un effetto domino sull’intera economia e coinvolgendo le poche imprese non ancora colpite da questa crisi.
Cosa possono fare le imprese? Ecco qualche idea. Come prima cosa, se non l’hanno già fatto prima, possono adottare idonei strumenti di gestione e controllo dei flussi di cassa, rinegoziare i rapporti con i propri fornitori e clienti, riesaminare i costi di gestione, convertire o modificare il modello di business.
In un momento delicato come quello che stiamo attraversando, sapere gestire e controllare i flussi di cassa in maniera efficace può davvero fare la differenza. L’attenzione ai flussi di cassa è di vitale importanza per gestire in modo consapevole il rischio di liquidità e la capacità di onorare gli impegni finanziari presi nei tempi e modi concordati. E purtroppo molti piccoli imprenditori non lo fanno, credendo che queste pratiche siano solo prerogativa delle grandi imprese.
È buona norma invece gestire settimanalmente, mensilmente o trimestralmente il flusso di cassa dell’impresa. Il controllo e l’analisi della composizione dei flussi di cassa può essere fatta con diverse modalità: per natura (incassi e pagamenti per singoli cliente/fornitore, per tipologia di cliente/fornitore, etc…), per settori (vendite ingrosso, vendite dettaglio, servizi), ma quello che deve risultare chiaro è una obiettiva consapevolezza della situazione finanziaria in atto finalizzata a razionalizzare incassi e pagamenti.
È opportuno, se possibile, rinegoziare i termini di pagamento con i propri fornitori e, una volta ottenuta la rinegoziazione di un pagamento, è opportuno però rispettare la nuova scadenza. L’etica innanzitutto! (anche per i fornitori è emergenza Covid-19 e probabilmente stanno cercando di correre ai ripari).
Ove possibile, può essere utile rinegoziare la dilazione concessa ai clienti o, in alternativa, offrire uno sconto in fattura in cambio di un pagamento immediato. In altre parole, occorre tenere sotto controllo il tempo che trascorre tra il pagamento dei fornitori e l’incasso dei clienti. Maggiore è tale periodo, più critica è la situazione finanziaria dell’impresa. Minore è tale periodo, più florida è la situazione per l’impresa.
Per quanto riguarda le spese di gestione, che sono quelle che potrebbero avere un impatto importante sul bilancio di un’impresa, devono essere monitorate costantemente in modo da tagliare quelle superflue o non strettamente necessarie che potrebbero mettere a rischio la capacità di gestire l’impresa. La ricerca di un risparmio finanziario nei costi di gestione deve necessariamente passare da un’attenta analisi costante di tutti i flussi di cassa in uscita su cui occorre concentrarsi per ridurre le spese.
Per sostenere i ricavi, molte imprese, anche a porte chiuse, potrebbero trovare conveniente sviluppare nuovi prodotti o trovare nuovi canali di vendita. Ecco come: offrire la consegna a domicilio (delivery), portare i propri prodotti on line (e-commerce), aprirsi a mercati esteri, riconvertire la produzione, vendere gift card, offrire i propri prodotti e servizi in prevendita.
Fintanto che la durata della crisi non è chiara, deve essere priorità dell’impresa ottimizzare le risorse liquide per far fronte a pagamenti non prorogabili e ai debiti in scadenza.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN