Quali sono le regole per la detrazione delle spese di istruzione universitaria in caso di cambio dell’università, del corso di studi o dell’area geografica? Lo chiariamo attraverso degli esempi pratici.
Come è ormai noto, sulle spese sostenute per la frequenza di corsi di istruzione universitaria, di specializzazione per laureati e di perfezionamento post universitario è possibile beneficiare di una detrazione del 19%. L’iscrizione può essere effettuata presso istituti italiani o stranieri siano essi pubblici o privati.
Tale precisazione è necessaria ai fini del calcolo del limite massimo di spesa detraibile: mentre le spese per la frequenza delle università statali sono interamente detraibili in sede di dichiarazione dei redditi, quelle sostenute per la frequenza di istituti privati o esteri non possono essere portate in detrazione per un importo superiore a quello fissato annualmente dal provvedimento del Ministero dell’Istruzione, il quale varia sulla base di due fattori principali, quali:
- area geografica;
- area didattica.
Ma se i limiti sono molto chiari qualora lo studente sostenga le spese presso un’unica università per la frequentazione di un corso di studi, la stessa cosa non si può dire nel caso in cui si opti, in corso d’anno, per un cambio dell’università, del corso di studi o dell’area geografica. Vediamo ora come calcolare il limite nelle situazioni più comuni.
Cambio università da statale a statale
Nel caso in cui uno studente decidesse di operare il trasferimento da un’università statale a un’altra di stessa natura non cambierà il calcolo dei limiti: la detrazione del 19% si applicherà infatti all’intera spesa sostenuta, senza alcun limite.
Esempio: Marco si iscrive al corso di Giurisprudenza presso l’Università di Trieste pagando a febbraio 2019 la rata per un importo di 500,00 €. A settembre decide di cambiare università e si iscrive all’Università di Trento pagando una rata di 1.000,00 €. In tal caso la detrazione sarà calcolata sul totale di 1.500,00 €.
Cambio università da privata a privata
Nell’ipotesi in cui uno studente decidesse di cambiare università e area geografica o area tematica del corso frequentato, il limite di spesa detraibile da prendere come riferimento sarà quello più alto tra quelli previsti dal Ministero dell’Istruzione.
Esempio: Alessia nel 2019 è iscritta all’Università Cattolica di Milano dove frequenta il corso di Economia. In corso d’anno decide di cambiare e si iscrive all’Università Campus Bio-Medico di Roma al corso di Medicina e Chirurgia.
In tal caso sarebbero presenti per lo stesso anno d’imposta due limiti di spesa massimi detraibili:
- limite per l’area geografica NORD (Milano) e area disciplinare umanistico sociale (Economia) per quanto riguarda il primo corso, pari a 2.800,00 €;
- limite per l’area geografica CENTRO (Roma) e area disciplinare di medicina (Medicina e Chirurgia) per quanto riguarda il secondo corso, pari a 2.900,00 €.
Sarà qui applicabile il limite più altro tra i due possibili, cioè quello di 2.900,00 €.
Cambio università da statale a privata (e viceversa)
Se uno studente decide di trasferirsi da un’università statale a una privata, la detrazione sulle spese sostenute presso la prima potranno essere calcolate sull’intero importo, mentre quelle sostenute presso l’istituto privato potranno essere ricondotte nei limiti previsti dal decreto del Ministero per la quota restante eccedente l’importo calcolo per la prima spesa.
Esempio: Stefano è iscritto all’Università di Padova, dove nel mese di marzo 2019 ha pagato la seconda rata pari a 1.400,00 €. A settembre decide di chiedere il trasferimento all’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” a Napoli per frequentare il corso di Giurisprudenza pagando una tassa di iscrizione di 1.000,00 €.
In tal caso Stefano potrà calcolare la propria detrazione sull’importo massimo pari a 1.500,00 €, frutto del seguente ragionamento:
- 1.400,00 € versati per l’ente pubblico risultano interamente detraibili;
- l’importo massimo detraibile fissato dal MIUR per l’area geografica SUD (Napoli), area disciplinare umanistico sociale (corso di Giurisprudenza) è pari a 1.500,00 €;
- la differenza tra l’importo massimo stabilito con decreto (1.500,00 €) e la spesa sostenuta in favore dell’Università di Padova (1.400,00 €) risulta essere pari a 100,00 €; pertanto solo questa quota sarà detraibile in relazione a quanto effettivamente sostenuto per l’ente privato.
Si segnala, in conclusione, che tali calcoli sono applicabili anche qualora l’iscrizione sia effettuata per corsi di perfezionamento post universitario, quali i master.
Chiara Leschiutta – Centro Studi CGN