Ogni anno i cittadini sono chiamati a presentare la dichiarazione dei redditi e, dal momento che il periodo per trasmettere il 730/2020 è stato decisamente prolungato, coloro che non hanno ancora provveduto si troveranno di fronte alla possibilità di esprimere la propria preferenza in merito alla destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille dell’IRPEF versata per l’anno d’imposta precedente.
Ma di cosa si tratta?
Il 5 per mille è una quota percentuale dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) che viene “smistata” dallo Stato, naturale destinatario delle somme versate dai contribuenti a titolo di imposte sui redditi, in favore di soggetti iscritti negli appositi elenchi dell’Agenzia delle entrate quali enti, istituzioni o associazioni che operano in ambito volontaristico, di ricerca scientifica o nel terzo settore, svolgendo attività socialmente rilevanti.
Per effettuare la scelta, il contribuente deve apporre la propria firma in uno dei cinque appositi riquadri presenti nel modulo in calce alla dichiarazione dei redditi, in cui deve essere indicato il codice fiscale del beneficiario prescelto al quale verrà devoluto il 5 per mille dell’imposta versata a titolo di imposta sui redditi delle persone fisiche.
Il 5 per mille non deve essere confuso con l’8 per mille e con il 2 per mille: le tre scelte, infatti, non sono in alcun modo alternative tra loro e anche se operate congiuntamente non comportano un maggior aggravio fiscale per il contribuente che le opera.
L’8 per mille è la quota che può essere devoluta:
- allo Stato. Fino allo scorso anno le somme destinate allo stato venivano ripartite in 5 quote dello stesso importo, mentre dal 2020 è possibile scegliere tra cinque settori di intervento, con modalità analoghe a quelle previste per il 5 per mille:
- fame nel mondo;
- calamità naturali;
- assistenza ai rifugiati ed ai minori stranieri non accompagnati;
- conservazione dei beni culturali;
- ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili adibiti all’istruzione scolastica
di proprietà pubblica (Stato, enti territoriali).
- ad una confessione religiosa tra quelle previste nell’apposito modulo: Chiesa Cattolica, Comunità Ebraiche Italiane, Chiesa Apostolica, Diocesi Ortodossa Italiana, Chiesa Luterana in Italia, Chiese Metodiste e Valdesi, Unione Buddhista, Unione Induista, Unione Cristiana Evangelica Battista, Chiesa Avventista del settimo giorno e Assemblee di Dio in Italia.
Il 2 per mille, invece, è la quota percentuale dell’IRPEF che il contribuente può destinare ai partiti politici.
È importante ricordare che la scelta effettuata dal cittadino in ordine all’8, 5 e 2 per mille deve essere libera. Pertanto, chi presta assistenza fiscale è tenuto ad operare nella massima trasparenza e correttezza, evitando di orientare in qualsiasi modo la scelta del contribuente. In particolare:
- astenendosi dall’esporre materiali pubblicitari di associazioni potenzialmente beneficiarie del 5 per mille ed in qualche modo collegate al CAF negli ambienti in cui si svolge l’attività di assistenza fiscale;
- non modificando o integrando in alcun modo le scelte dei contribuenti: nel caso in cui non venga manifestata alcuna scelta in ordine alla destinazione di 8, 5 e 2 per mille è necessario indicare l’opzione “Non è stata effettuata nessuna scelta”.
Qualora il contribuente decida di non effettuare alcuna scelta, la quota dell’8 per mille verrà elargita in maniera proporzionale a tutti i destinatari, con preferenza però per l’ente maggiormente scelto dai contribuenti italiani (che, in genere, è la Chiesa cattolica). Al contrario, invece, per le destinazioni del 5 e del 2 per mille, la quota rimane allo Stato.
Marianna Mazzucco – Centro Studi CGN