Com’è cambiato il lavoro dei professionisti dopo il covid-19?

Il Covid-19 ha colpito duramente diverse categorie professionali. Com’è cambiato il lavoro dei liberi professionisti nell’era del Covid-19? E cosa ci aspetta nei prossimi mesi?

Non è semplice rispondere a queste domande. La cosa sorprendente è che negli ultimi mesi i liberi professionisti hanno lavorato in maniera differente. I professionisti si sono dovuti adattare ad un nuovo modo di lavorare, in cui la tecnologia ha giocato un ruolo importante, a volte decisivo.

Fino a ieri, quello che era considerato un tabù, oggi è realtà: il lavoro in smart working, che nel giro di poche settimane dalla chiusura di tutte le attività economiche, è diventato la modalità prevalente di lavoro per molti studi professionali.

Il lavoro in smart working e la tecnologia hanno cambiato comportamenti, abitudini ed il modo di svolgere le libere professioni. Le giornate fatte di incontri in studio con la clientela hanno lasciato il posto alle giornate interamente passate davanti al pc per gestire a distanza i vari adempimenti. E così, solo per citare qualche esempio, gli incontri con i clienti sono stati sostituiti dalle videochiamate e dalle videoconferenze, gli appuntamenti all’Agenzia delle Entrate o all’INPS sono stati rimpiazzati dalla presentazione delle pratiche telematiche, la partecipazione ai convegni in aula si è tramutata nella visione di un webinar, e così via.

Questa emergenza legata al Covid-19 ha fatto emergere la consapevolezza che si possono fare le cose in modo completamente diverso da come siamo abituati a farle e che ci si può organizzare in maniera più efficiente, con nuovi schemi e nuovi modi di intendere il lavoro (modelli organizzativi più flessibili, nuove abitudini, nuovi comportamenti, etc).

Cosa ci aspetta nelle prossime settimane visto che i numeri sui contagi giornalieri sono in continua ascesa? L’unica cosa che al momento possiamo fare è mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate ed essere, ove possibile, pronti all’attivazione di ulteriori interventi in caso di peggioramento della situazione.

Quello che vedo all’orizzonte è un professionista più tecnologico e digitale, disponibile a lavorare in rete con altri colleghi professionisti, a lavorare in team creando network professionali, abile nel gestire il tempo, capace di valorizzare in maniera differente il lavoro dei collaboratori e aperto a nuovi canali di business.

Come cambia il rapporto con i clienti?

Per andare incontro alle esigenze dei clienti, molti professionisti stanno già utilizzando il loro sito internet, il blog, le email e i vari canali social per comunicare le novità e rafforzare il rapporto con i clienti. E questo va benissimo!

Ma il rapporto con i clienti si basa sulla fiducia, è personale e rimarrà sempre di natura fisica. Anche se si tratta di misure temporanee, è opportuno quindi ripensare all’esperienza del cliente, sia in fase di prima accoglienza (sala d’attesa) che in fase di colloquio, avendo cura di far dimenticare mascherine, distanziamento sociale, pannelli in plexiglass o barriere di qualsiasi tipo che creano distacco.

Se l’emergenza Coronavirus ha comportato o sta comportando delle modifiche nelle abitudini di ricevimento dei clienti in studio (barriere plexiglass, nuove modalità di appuntamento e ricevimento, restrizioni di vario tipo, videochiamate, etc…) è opportuno, se ancora non lo si è fatto, informare i clienti di questi cambiamenti (in particolare quei clienti che non si avvalgono dei servizi dello studio con regolarità) e specificare in che modo lo studio professionale si è adeguato alle norme di sicurezza anti-covid.

Per il futuro, credo che ci sarà una fascia di professionisti più all’avanguardia o più strutturati, che introdurranno il lavoro flessibile in modo sistematico all’interno dello studio e punteranno alla digitalizzazione della professione, creando un nuovo approccio alle relazioni che infonda maggiore sicurezza e tutele.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

http://www.il-commercialista-dei-professionisti.com