In arrivo i controlli preventivi sui 730/2020: 5 domande e risposte

Alcuni contribuenti, pur avendo trasmesso all’Agenzia delle entrate la propria dichiarazione dei redditi, potrebbero non aver ricevuto il credito spettante a causa dei controlli preventivi a cui queste dichiarazioni potrebbero essere state sottoposte. Rispondendo a cinque semplici domande, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sul tema.

Che cosa sono i controlli preventivi?

Con la Legge 208/2015 (c.d. legge di stabilità) è stata introdotta una nuova tipologia di accertamento: i controlli preventivi. Trattasi di verifiche effettuate dall’Agenzia delle entrate sulle dichiarazioni 730 che presentano particolari caratteristiche. Il controllo può avvenire in via automatizzata o mediante verifica della documentazione giustificativa e comporta l’interruzione delle operazioni di conguaglio (e del conseguente versamento dei crediti spettanti) che derivano dalle Comunicazioni 730/4.

Facciamo un esempio: Alberto ad inizio giugno ha trasmesso mediante un CAF il suo modello 730, da cui emergeva un credito che si aspettava di vedersi liquidato nella busta paga di luglio (relativa al mese di giugno). Il rimborso non è avvenuto in quanto la dichiarazione dei redditi è stata sottoposta a controllo preventivo e il sostituto d’imposta non ha ricevuto la comunicazione del 730/4 (il prospetto di liquidazione del modello 730 dove è indicato l’importo che andava rimborsato ad Alberto).

Perché mi è arrivato un controllo preventivo?

L’Agenzia delle entrate sottopone a controllo preventivo le dichiarazioni dei redditi che risultano a credito e presentano, come precisato nel Protocollo n. 2020/225347, le seguenti caratteristiche (contemporaneamente o alternativamente):

  • divergenze rispetto alla dichiarazione precompilata;
  • discordanze coi dati provenienti dai modelli di versamento (ad esempio i modelli F24), dalle certificazioni uniche e dalle dichiarazioni dei redditi dell’anno precedente;
  • incongruenze rispetto ai dati inviati da enti esterni;
  • rimborso di importo superiore a 4.000,00 € (al netto di eventuali compensazioni).

Ad esempio, se Viviana nel 730/2019 aveva dichiarato di aver sostenuto nel 2018 spese di ristrutturazione per 20.000,00 € e nel 730/2020 tale somma viene raddoppiata perché la contribuente si era dimenticata di inserire alcune spese relative agli stessi lavori nella precedente dichiarazione, l’Agenzia delle entrate potrebbe voler verificare le ragioni dello scostamento mediante un controllo preventivo.

Come scopro se il mio 730 è stato sottoposto a controllo preventivo e cosa devo fare?

Dipende se il contribuente ha redatto la dichiarazione dei redditi autonomamente o mediante un intermediario (ad esempio il CAF). Nel primo caso, l’Agenzia delle entrate dà comunicazione dell’accertamento mediante un avviso nell’area riservata del contribuente o attraverso una email nella posta elettronica comunicata dal contribuente in fase di presentazione della dichiarazione. Nel secondo caso, l’Agenzia delle entrate notificherà il controllo preventivo all’intermediario che, a sua volta, informerà il contribuente.

In base alla tipologia di divergenza riscontrata, sarà possibile produrre all’Amministrazione finanziaria l’apposita documentazione richiesta o fornire le dovute specifiche al fine di dimostrare la spettanza del credito risultante dal modello 730.

Da chi e quando mi viene erogato il rimborso?

Il credito verificato dall’Agenzia delle entrate, e quindi ritenuto effettivamente spettante, viene erogato dalla stessa Amministrazione finanziaria non oltre il sesto mese successivo al termine previsto per la trasmissione della dichiarazione dei redditi. È bene precisare che il credito potrebbe essere riconosciuto totalmente, parzialmente o, anche, essere negato.

Come mi viene erogato il rimborso?

Vi sono due possibili modalità con cui il contribuente può ottenere il credito, ossia:

Giulia Zanotto – Centro Studi CGN