Decreto ristori: ecco chi avrà gli indennizzi

Tra gli interventi di sostegno all’economia previsti dal DL n. 137/2020 (cd. “decreto ristori”), il più importante è sicuramente quello che riguarda la riedizione del contributo a fondo perduto prevista per le attività maggiormente colpite dalle misure restrittive introdotte dal Dpcm del 24 ottobre scorso.

L’art. 1 del “decreto ristori” prevede indennizzi per tutte le imprese interessate dalle misure restrittive, a patto che le attività esercitate rientrino nei codici Ateco di cui all’allegato 1 del medesimo decreto.

Si ricorda che il DL rilancio aveva già erogato contributi a fondo perduto alle imprese, che erano stati calcolati applicando percentuali differenziate a seconda del volume del fatturato e dei compensi:

  • indennizzi pari al 20% della differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020, per i soggetti con ricavi/compensi 2019 non superiori a 400mila euro;
  • indennizzi pari al 15% della differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020, per i soggetti con ricavi/compensi 2019 tra 400mila euro e 1 milione di euro;
  • indennizzi pari al 10% della differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020, per i soggetti con ricavi/compensi 2019 tra 1 milione di euro e 5 milioni di euro.

Il decreto ristori alza il tiro: stavolta si potrà arrivare ad ottenere anche il 400% di quanto ricevuto con il DL rilancio. Infatti, il nuovo contributo spettante sarà calcolato applicando diversi moltiplicatori alle somme ricevute in passato, a seconda del maggiore o minore danno subito dal settore di appartenenza (individuato in base al codice Ateco):

  • taxi e ncc riceveranno un indennizzo di ammontare pari al 100% di quanto già ricevuto;
  • alberghi, affittacamere, ostelli, rifugi montani, bar e gelaterie riceveranno un indennizzo di ammontare pari al 150% di quanto già ricevuto;
  • ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine, ecc. riceveranno un indennizzo di ammontare pari al 200% di quanto già ricevuto;
  • discoteche, sale da ballo, night club e simili, che avevano subito i provvedimenti restrittivi di chiusura ancor prima del Dpcm del 24 ottobre, riceveranno un indennizzo di ammontare pari al 400% di quanto già ricevuto.

Ad esempio, qualora un’impresa avesse ottenuto in passato un contributo a fondo perduto di 2.500 euro, con il decreto ristori riceverà i seguenti indennizzi:

  • 2.500 euro in caso di esercizio di attività di taxi o ncc (2.500 x 100%);
  • 3.750 euro in caso di esercizio di attività alberghiera, di bar o di gelateria (2.500 x 150%);
  • 5.000 euro in caso di esercizio di ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine, ecc. (2.500 x 200%);
  • 10.000 euro in caso di discoteche, sale da ballo, night club e simili (2.500 x 400%).

Le condizioni da rispettare per poter rientrare tra i beneficiari di tale misura, oltre al calo di 1/3 del fatturato aprile 2020 vs/aprile 2019, sono quella di aver partita IVA attiva alla data del 25 ottobre 2020 e di esercitare come attività prevalente una di quelle previste dall’allegato 1 al decreto.

Rispetto alla “vecchia versione” del contributo, potranno goderne anche due categorie di soggetti esclusi in passato: coloro che hanno avviato l’attività dopo il 30 aprile 2020 e coloro che hanno superato la soglia dei 5 milioni di euro di ricavi nel 2019.

Orientativamente dalla data dell’11 novembre dovrebbero cominciare ad arrivare sui conti correnti aziendali le prime erogazioni pubbliche, senza necessità di presentare alcuna istanza.

Per i soggetti che non hanno presentato domanda per il contributo precedente, l’iter non sarà così veloce. Infatti, non avendo comunicato in passato alcun IBAN sul quale eseguire l’accredito, dovranno presentare regolare istanza secondo termini e modalità che saranno definiti con un Provvedimento ad hoc del Direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Giovanni Fanni – Centro Studi CGN
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