Previsto già nella Legge di Bilancio 2020, con la Legge di Bilancio 2021 viene incrementato il “Fondo assegno universale e servizi alla famiglia”. Le risorse sono stanziate per attuare quanto già stabilito e cioè introdurre i nuovi assegni familiari per le famiglie che hanno figli a carico.
Come detto, l’introduzione di tali nuove detrazioni era già stata prevista dall’art.1 c. 399 della Legge 160/2019 – Legge di Bilancio 2020; il fondo di stanziamento è stato incrementato al c.7 della Legge 178/2020 – Legge di Bilancio 2021 – ed entrerà in vigore il 1° luglio 2021 e sostituirà tutte le altre misure dedicate alle famiglie.
Cos’è l’assegno unico?
È una misura che ha lo scopo di alleggerire la pressione economica sulle famiglie.
Viene assegnato a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del ventunesimo anno di età del figlio, o dei figli, fiscalmente a carico.
Andrà a sostituire l’attuale ANF, l’assegno al nucleo concesso dai Comuni ma erogato dall’Inps, il premio alla nascita e le detrazioni per carico fiscale; rimane invece prorogato al c.362 della Legge 178/2020, almeno per il 2021, il c.d. bonus bebè.
Qual è l’importo dell’assegno unico?
Si attende il Decreto attuativo per stabilire le modalità di calcolo dell’assegno unico, che sarà comunque composto da:
- una quota fissa, variabile tra i 50 e i 100 euro;
- una quota variabile, stabilita in base all’ISEE del nucleo familiare, che non deve superare i 60.000 euro; al raggiungimento di tale valore l’assegno viene azzerato;
- ci sarà una maggiorazione per i figli successivi al secondo;
- per i figli disabili è prevista una maggiorazione dal 30% al 50% in base alla gravità della disabilità; se il figlio disabile rimane fiscalmente a carico anche dopo il compimento del ventunesimo anno, l’assegno viene comunque corrisposto, senza maggiorazione;
- dal compimento dei 18 anni e fino al raggiungimento dei 21, l’assegno è riconosciuto in misura inferiore a quanto previsto per i figli minorenni e solamente se iscritti a percorsi di formazione scolastica, tirocini o in disoccupazione. L’assegno in questo caso può essere corrisposto anche direttamente al figlio maggiorenne, per favorirne l’autonomia.
Come si ottiene l’assegno unico?
Ovviamente, i figli devono essere fiscalmente a carico. Inoltre:
- l’ammontare dell’importo variabile erogato sarà calcolato in base all’ISEE;
- sono determinanti l’età dei figli e/o la loro eventuale disabilità;
- oltre il valore ISEE di 60.000 euro non spetta alcun importo;
- la percezione del Reddito di cittadinanza non incide sulla corresponsione dell’assegno;
- non rileva nemmeno in merito ad eventuali altre prestazioni sociali agevolate;
- viene ripartito nella misura del 50% tra i genitori;
- viene erogato mensilmente.
Quali sono i requisiti?
Per aver diritto all’erogazione dell’assegno unico devono essere rispettati i seguenti requisiti:
- per i soggetti cittadini UE o Extra UE:
- avere il permesso di soggiorno (per soggiornanti di lungo periodo o per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale);
- versare l’Irpef in Italia;
- vivere con i figli a carico nel nostro Paese;
- essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di durata almeno biennale;
- l’assegno è riconosciuto a tutti i lavoratori cittadini italiani, titolari di un reddito da lavoro dipendente a tempo indeterminato o determinato, autonomi, o con partita Iva;
- l’assegno spetta anche ai genitori single con figli fiscalmente a carico.
Come anticipato, comunque, si è in attesa del Decreto attuativo per verificare nel dettaglio le modalità di calcolo ed eventuali ulteriori aggiornamenti.
Rita Martin – Centro Studi CGN