Con il documento pubblicato in data 16 marzo 2021, l’INAIL fornisce alcune linee guida per la corretta gestione dei lavoratori vaccinati e per l’applicazione delle misure di prevenzione da adottare sui luoghi di lavoro alla luce della diffusione delle varianti del virus Covid-19.
Il documento, elaborato dal Gruppo di Lavoro ISS Prevenzione e Controllo delle Infezioni, risponde a due questioni importanti che riguardano i lavoratori e i datori di lavoro: da un lato, in che modo debbano essere gestiti i lavoratori vaccinati; dall’altro, se le strategie di prevenzione e controllo dei casi di Covid-19 debbano essere modificate alla luce della diffusione delle varianti virali.
Strategie di prevenzione e controllo delle varianti di Covid-19
In merito alla circolazione delle varianti, l’INAIL conferma la necessità di non modificare le misure di prevenzione e protezione basate su:
- distanziamento fisico;
- uso delle mascherine;
- igiene delle mani.
Al contrario, l’istituto ritiene necessaria una applicazione estremamente attenta e rigorosa delle misure citate.
Istruzioni per la gestione dei lavoratori vaccinati
In merito alle indicazioni per la corretta gestione dei lavoratori già vaccinati, l’INAIL riporta le seguenti prescrizioni.
- Tutti i lavoratori, inclusi gli operatori sanitari, devono continuare a utilizzare rigorosamente:
- i DPI;
- i dispositivi medici prescritti;
- l’igiene delle mani;
- il distanziamento fisico;
- le altre precauzioni secondo la valutazione del rischio;
indipendentemente dallo stato di vaccinazione.
Tutti i lavoratori, inoltre, devono aderire a eventuali programmi di screening dell’infezione.
La necessità di continuare a rispettare le misure di prevenzione per la trasmissione del virus (distanziamento fisico, mascherine, igiene delle mani), inoltre, viene identificata come prioritaria anche al di fuori degli ambienti di lavoro, dal momento che: “non è ancora noto se la vaccinazione sia efficace anche nella prevenzione dell’acquisizione dell’infezione e/o della sua trasmissione ad altre persone. Questo ancor più alla luce dell’attuale situazione epidemiologica che vede la comparsa e la circolazione di nuove varianti virali, che appaiono più diffusive rispetto al virus circolante nella prima fase della pandemia e per le quali la protezione vaccinale potrebbe essere inferiore a quella esercitata rispetto al ceppo virale originario”.
- Qualora una persona vaccinata con una o due dosi venisse identificata come contatto stretto di un caso positivo, questa dovrà essere considerata un contatto stretto anche se vaccinata, e dovranno, pertanto, essere adottate tutte le disposizioni prescritte dalle Autorità sanitarie. In merito, però, viene mantenuta la deroga alla quarantena per il personale sanitario, nel rispetto delle misure di prevenzione e protezione dell’infezione, fino a un’eventuale positività ai test di monitoraggio per SARS-CoV-2 o alla comparsa di sintomatologia compatibile con Covid-19.
- I programmi di screening dell’infezione degli operatori sanitari (inclusi quelli delle strutture residenziali socioassistenziali e sociosanitarie) non dovranno essere modificati dopo l’introduzione della vaccinazione e dovrà essere mantenuta inalterata, quindi, anche la frequenza dei test.
Sara Leon – Centro Studi CGN