Banconote false: cosa fare?

La legge punisce colui che spende (anche in buona fede) una banconota falsa, anche se da lui non creata! La legge è chiara al riguardo. Non è solamente il falsario ad essere punito, ma anche chi reimpiega una banconota contraffatta. Come riconoscere una banconota falsa? E cosa fare nella malaugurata ipotesi di ricevere una banconota contraffatta?

A chi non è capitato di vedersi rifilare, almeno una volta nella vita, una banconota contraffatta? E, una volta scoperto il fatto, la tentazione di liberarsene il prima possibile, rimettendola in circolazione, è tanta!

Come riconoscere le banconote false?

Il modo più sicuro per riconoscere una banconota falsa è l’utilizzo di un rilevatore di banconote false, acquistabile in un qualunque negozio di elettronica. Indicati soprattutto per chi ha attività commerciali e ha necessità di controllare in breve tempo tante banconote, questi rilevatori automatici permettono di scovare anche piccoli dettagli anomali sulle banconote non visibili all’occhio umano.

Chi non ha grandi esigenze, può sempre seguire una serie di accorgimenti per riconoscere una banconota originale da una falsa, analizzando a occhio nudo e al tatto una banconota. Ogni banconota, infatti, presenta delle caratteristiche anticontraffazione che vale la pena conoscere.

Se si osserva con attenzione ogni banconota è possibile notare in controluce la filigrana e il filo di sicurezza microscritto (che attraversa la banconota in verticale) e inclinandola è possibile osservare la striscia olografica con il simbolo dell’euro, la striscia iridescente che brilla e cambia leggermente colore e la placchetta olografica (solo su alcuni tagli) con l’immagine ed il valore nominale delle banconote. Al tocco, invece è possibile percepire il caratteristico effetto a rilievo della banconota (stampa calcografica).

Ad ogni modo, chiunque nutra il dubbio o il sospetto sulla legittimità di una banconota in suo possesso non deve tentare di spenderla. Il tentativo di “rifilare” la banconota ad una terza persona, spendendo o reimmettendo la stessa in circolazione, costituisce reato.

Cosa fare allora se si nutre il sospetto che una banconota sia falsa?

Nel caso si abbia il sospetto che una banconota sia falsa, occorre farla esaminare da operatori di sportelli bancari o postali (qualsiasi banca o filiali della Banca d’Italia), che rilasceranno un verbale ed una copia della banconota.

Se dal controllo, la banconota viene ritenuta contraffatta, la stessa viene ritirata dalla circolazione e trasmessa alla Banca d’Italia, dove il N.A.C. (National Analysis Center), esamina ancora una volta la banconota per accertarne la falsità.

Qualora la centrale della Banca d’Italia accerti la legittimità della banconota, l’esibitore viene rimborsato. In caso contrario non è dovuto alcun rimborso (ma si eviterà anche il rischio di beccarsi una condanna).

Cosa rischia chi rimette in circolazione una moneta falsa?

Chi spende o mette altrimenti in circolazione denaro contraffatto o alterato, ricevuto in buona fede, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a 1.032 euro (articolo 457 del codice penale).

Inoltre, secondo l’articolo 694 del codice penale, è punito con una sanzione amministrativa chi, avendo ricevuto denaro contraffatto o alterato, non lo consegna all’autorità entro tre giorni da quello in cui si è reso conto della falsità. In questo caso, la sanzione amministrativa può arrivare fino a 206 euro.

Incorre invece nel più grave reato ex articolo 455 del codice penale, colui che spende e rimette in circolazione le banconote false con la consapevolezza della falsità (in malafede quindi).

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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