Come l’intelligenza artificiale impatta sulla nostra vita

Può un algoritmo decidere se concedere un prestito o un mutuo o, ancora, decidere se un individuo è un evasore? Nell’articolo di oggi condividiamo alcune riflessioni su come l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando la nostra vita lavorativa e non lavorativa.

L’intelligenza artificiale ha avuto un profondo impatto sulla nostra vita e sulla nostra società. Nel caso di applicazioni in grado di analizzare e comprendere i nostri gusti musicali, applicazioni di marketing o videogiochi che apprendono il nostro comportamento, non si pongono rilevanti questioni di natura etica. Tuttavia, è legittimo chiedersi se sia giusto usare l’intelligenza artificiale in certi contesti, come ad esempio quello finanziario.

L’intelligenza artificiale applicata al sistema creditizio nasce con l’obiettivo di rendere più automatiche e veloci le operazioni di verifica sulle condizioni finanziarie e reddituali dei soggetti che richiedono credito a banche e istituti finanziari. Gli algoritmi utilizzati altro non fanno che valutare il “rating” dei soggetti ed enti che si rivolgono agli istituti finanziari per avere concesso un finanziamento o un mutuo.

Attraverso l’analisi dei dati raccolti, come ad esempio le abitudini al consumo, la puntualità nel pagamento delle rate dei finanziamenti e delle bollette, le preferenze di acquisto e altre informazioni oggetto di tracciamento, l’algoritmo finanziario determina un punteggio che rappresenta il grado di affidabilità e il rischio del cliente che si è presentato in banca. E fin qui, va bene. Il punto è che molto spesso gli algoritmi non tengono conto di situazioni o eventi particolari che meriterebbero una valutazione ad hoc (e non da parte di un computer).

Anche nel campo della ricerca di frodi ed evasioni fiscali, l’intelligenza artificiale è usata sempre più per scovare i furbetti del fisco. Nel nostro paese, da qualche anno l’Agenzia delle Entrate ha introdotto l’indice ISA, ossia l’indice sintetico di affidabilità fiscale (in buona sostanza un’evoluzione degli studi di settore).

L’indice ISA misura il ranking del contribuente verificando che la situazione reddituale sia coerente con una serie di indici elaborati dall’Agenzia delle Entrate. Quando si compila la dichiarazione dei redditi e si inseriscono i dati per il calcolo dell’indice, il software preposto all’elaborazione non permette, però, di dettagliare eventuali circostanze concrete (situazioni anomale che hanno determinato un basso fatturato o che hanno impedito di ottenere un guadagno dall’attività svolta). La conseguenza più importante e critica per il contribuente è che l’esito del risultato dell’indice è contestabile solo a posteriori.

Anche in campo previdenziale il piano operativo “Frozen” dell’INPS sfrutta l’intelligenza artificiale per potenziare la funzione di contrasto alla simulazione di rapporti di lavoro e a prevenire fenomeni evasivi ed elusivi della contribuzione.

In particolare, il piano operativo Frozen adotta una metodologia di controllo basata su sistemi statistici predittivi in grado di intercettare i flussi informativi a rischio prima che gli stessi vadano a popolare le basi dati e il conto assicurativo individuale.

L’algoritmo preposto ai controlli si occupa di analizzare mensilmente, sulla base di un sistema integrato di indicatori di rischio, le denunce individuali, intercettando quelle che presentano profili di rischio, e ne supportano i successivi accertamenti da parte degli uffici territoriali. Anche in questo caso siamo sempre in presenza di algoritmi che si basano sulla statistica e su casistiche predefinite.

Ma esistono anche sistemi di intelligenza artificiale capaci di automatizzare molte attività lavorative quotidiane, come ad esempio la mappatura dei documenti fiscali, andando a identificare in piena autonomia le informazioni contenute nei documenti cartacei (documenti di trasporto, bollette, ordini e preventivi).

Si tratta di potenti strumenti di riconoscimento intelligente che, tramite scansione di documenti con funzionalità OCR, permettono di etichettare, protocollare e archiviare il documento scansionato.

Come si può facilmente intuire, l’evoluzione digitale può portare innovazione e nuovo valore in ogni campo lavorativo (e non solo), automatizzando attività ripetitive ed elaborando grandi quantità di dati per affidare a un sistema tecnologico attività noiose o di routine.

È altrettanto vero, però, che, sebbene il progresso tecnologico stia rendendo gli algoritmi sempre più precisi e performanti, l’uso dell’intelligenza artificiale in campo fiscale e finanziario può far emergere problematiche legate all’equità dei giudizi ed alla precisione dei risultati.

Sono molteplici, infatti, i casi di persone che non riescono a ottenere crediti proprio perché non rientrano nella casistica standardizzata prevista dagli algoritmi finanziari; l’intelligenza artificiale, infatti, non tiene conto di sfaccettature ed elementi particolari che solo la mente umana può valutare con buon senso e cognizione di causa.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

http://www.il-commercialista-dei-professionisti.com