Digitale e sostenibilità negli studi professionali

Gli anni che stiamo vivendo sono caratterizzati da una crescita esponenziale della diffusione delle nuove tecnologie digitali. Le trasformazioni operate dal digitale nelle nostre vite ci obbligano a ripensare il modo in cui viviamo e il modo in cui facciamo business. Ma le tecnologie digitali possono contribuire a rendere più sostenibile un’organizzazione professionale o un’impresa?

A mio modo di vedere, la risposta è positiva. Non c’è ombra di dubbio che le tecnologie digitali e l’uso delle innovazioni tecnologiche stiano influenzando la sostenibilità economica, ambientale e sociale delle organizzazioni professionali.

Non è forse vero che l’innovazione tecnologica ed il digitale comportano una significativa riduzione dei costi? La dematerializzazione dei documenti cartacei e il progressivo aumento della gestione documentale informatizzata consente di ridurre i costi legati alla produzione, alla conservazione e alla distruzione della carta.

Niente più acquisti di carta, toner, faldoni e raccoglitori per l’archiviazione, buste e materiali per imbustamento, armadi e scaffalature per archivi. E niente più costi indiretti o poco quantificabili per le attività legate all’archiviazione, alla ricerca e alla eventuale perdita di documenti cartacei.

Oltre ad avere un impatto diretto sui consumi energetici e sull’inquinamento dell’ambiente, il digitale permette di aumentare la sostenibilità ambientale complessiva del sistema energetico. Sono numerosi gli ambiti in cui gli strumenti digitali intervengono.

L’internet delle cose (Internet of Things), ad esempio, ci aiuta a ridurre i consumi elettrici, mentre l’intelligenza artificiale ci aiuta a ridurre l’uso delle risorse e di conseguenza l’impatto ambientale. Smart working e videoconferenze consentono di ridurre al minimo gli spostamenti di lavoro e le emissioni dei mezzi di trasporto.

E così, per gli studi professionali, anche la dematerializzazione dei processi assume un ruolo chiave. Meno stampe, meno inquinamento. Durante il loro uso, infatti, stampanti e fotocopiatrici emettono nell’aria composti organici volatili (cov), agenti chimici, ozono e altri metalli pesanti che, a lungo andare, contribuiscono ad inquinare l’ambiente e a compromettere la qualità dell’aria che respiriamo. Analogo discorso vale per lo smaltimento dei toner sostituiti.

Sotto il profilo della sostenibilità sociale è innegabile che il digitale e i nuovi modelli di collaborazione e comunicazione tra individui e gruppi di lavoro possano contribuire al benessere delle persone. La tecnologia ed il digitale permettono di aumentare la produttività del lavoro in molti settori e, grazie all’automazione di una buona parte delle routine lavorative, le persone hanno la possibilità di avere più tempo libero e migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Gestione documentale informatizzata, cloud computing, analisi dei dati, tecnologia mobile, social media (Linkedin, Facebook, Twitter, Whatsapp, Telegram) e app che aiutano a essere più produttivi (Evernote, Keep, Trello, Dropbox, etc.) sono solo alcuni esempi di tecnologie che possono essere adottate nei luoghi di lavoro per scegliere una via sostenibile, ma in realtà le azioni che si possono intraprendere per la sostenibilità sono davvero tante.

La pandemia di Covid-19 ha impresso una forte accelerazione alla digitalizzazione di studi professionali e imprese (pubbliche e private), mostrando tutto il potenziale del digitale come tecnologia per continuare a essere produttivi e, al contempo, diffondere nuovi modi di lavorare (smart working) e nuove forme di collaborazione.

Le tecnologie digitali possono essere determinanti per migliorare l’ambiente in cui viviamo e le nostre vite, a patto però di essere mentalmente aperti e disponibili a cambiare il modo di lavorare e sviluppare nuovi modelli di business innovativi e sostenibili.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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