Forse non tutti sanno che alcune delle nuove tessere sanitarie in arrivo ai cittadini italiani non possiedono il chip. Il motivo per cui le nuove tessere sanitarie sono sprovviste di chip è legato alla crisi dei semiconduttori. Cosa cambia per i cittadini che si vedono arrivare la nuova tessera sanitaria “chipless”?
Per far fronte alla carenza di materiali per la produzione dei microchip, dovuta alla grave crisi internazionale, il Ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministero della Salute e con il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, ha emanato un decreto (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 giugno 2022) che ha previsto l’emissione delle nuove tessere sanitarie senza il microchip.
A quanto sembra, non saranno tutte le nuove tessere ad essere emesse senza il microchip. Le tessere sanitarie di nuova emissione “per scadenza” e i “duplicati” potranno essere emesse nella versione “TS semplice” senza il componente elettronico.
La nuova tessera sanitaria chipless perde infatti alcune delle sue funzioni. Rimane perfettamente valida in qualità di codice fiscale (la scheda plastificata continua ad avere il codice stampato sul fronte), non perde la sua valenza in qualità di TEAM (Tessera Europea Assistenza Malattia) ma non potrà essere utilizzata come Carta Nazionale dei Servizi per accedere ai siti della PA ad esempio.
Servizi digitali a rischio con le nuove tessere sanitarie senza chip?
I servizi digitali a rischio sono quelli che riguardano ad esempio la sanità, la scuola per il funzionamento del registro elettronico, il catasto, il registro telematico delle imprese, i servizi delle pubbliche amministrazioni e così via.
Il rischio è che con le nuove tessere sanitarie sprovviste di chip non è possibile il riconoscimento della persona tramite lettore smart card. E sono diverse le Pubbliche Amministrazioni che utilizzano questo tipo di riconoscimento della persona per mettere a disposizione dei cittadini i loro servizi (prenotazioni visite presso le strutture sanitarie, pagamento dei ticket, etc.).
Cosa cambia per i cittadini?
I cittadini che riceveranno le nuove Tessere Sanitarie senza la componente Carta Nazionale dei Servizi potranno utilizzare fino alla data del 31 dicembre 2023 la vecchia TS-CNS con il microchip anche se riporta sul fronte una data di validità già scaduta (decreto del MEF del 30 maggio 2022).
I soggetti che hanno ricevuto la nuova TS senza chip dovranno quindi portare ancora con sé la vecchia tessera sanitaria con il chip, nella eventualità che possa servire come Carta Nazionale dei Servizi per accedere ai siti istituzionali (INPS, Agenzia delle Entrate, Comuni, etc) per autenticarsi e avere accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione.
Prima però, occorre estendere la durata del certificato di autenticazione della vecchia tessera con chip. Per farlo occorre collegarsi sul portale del Sistema tessera sanitaria all’indirizzo web:
https://sistemats1.sanita.finanze.it/portale/elenco-driver-cittadini-modalita-accesso
e provvedere al rinnovo. L’operazione di rinnovo del certificato di autenticazione richiede un pc con windows, un lettore di smart card ed il codice pin della vecchia tessera sanitaria.
Il rinnovo è limitato alle sole funzionalità del chip della Carta Nazionale dei Servizi e non anche alla scadenza della Tessera Sanitaria che risulta scaduta alla data presente sul fronte della card.
Inoltre, occorre prestare attenzione alla scadenza della vecchia tessera sanitaria perché sul portale del Sistema tessera sanitaria viene riportato che è possibile estendere il certificato di autenticazione della precedente TS- CNS non ancora scaduta.
Quale alternativa hanno i cittadini che si trovano con la vecchia tessera sanitaria scaduta e ricevono la nuova senza il chip?
Al momento, non potendo rinnovare il chip della vecchia TS perché scaduta, l’alternativa è usare SPID e Carta d’Identità Elettronica (almeno finché la problematica non interesserà anche le CIE) che hanno le medesime funzioni di autentica presso i siti istituzionali della Pubblica Amministrazione.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN