Dove vanno a finire le tasse che paghiamo?

L’Italia è uno dei paesi europei dove si pagano più imposte. Ma dove vanno a finire i soldi che paghiamo in tasse? Come vengono spese le imposte dei contribuenti italiani? A rispondere a queste domande è proprio l’Agenzia delle Entrate.

Non tutti sanno che, accedendo al cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate, i contribuenti che utilizzano la dichiarazione precompilata e che hanno presentato una dichiarazione dei redditi nell’anno precedente, possono visualizzare un prospetto informativo, che riepiloga la destinazione delle imposte versate alle varie voci di spesa pubblica.

Per visualizzare il prospetto informativo sulla destinazione delle imposte, occorre collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate, e accedere con le proprie credenziali (tramite SPID, CIE o CNS) al cassetto fiscale e seguire il percorso Dichiarazioni Fiscali -> Destinazione imposte. Si può, quindi, scegliere di visualizzare il prospetto della destinazione delle imposte sia in formato tabellare grafico che in versione testuale.

Con questa interessante funzionalità disponibile sul cassetto fiscale, ogni contribuente può verificare in piena autonomia in che modo ha contribuito alle spese dello Stato con le proprie imposte versate e quale è stato il suo contributo per la collettività.

Calcolatrice alla mano, visualizzando il prospetto si vede come, per l’anno fiscale 2020, l’IRPEF versata è stata suddivisa nei diversi settori pubblici: Previdenza e assistenza (circa il 25,40%), Sanità (circa il 18,44%), Istruzione (circa il 10%), Servizi generali delle PA (circa il 10%), Interessi sul debito pubblico (circa l’8,14%), Difesa e sicurezza (circa l’8%), Economia e lavoro (circa il 7,36%), Trasporti (circa il 4,88%), Contributo Bilancio UE (circa il 2,60%), Protezione dell’ambiente (circa il 2,29%) Cultura e sport (circa il 2%), Abitazioni e assetto del territorio (circa l’1,12%).

A titolo esemplificativo, se un contribuente ha versato 1.000 euro di imposte, 254 euro sono state destinate alla Previdenza e assistenza, 184,42 euro sono state destinate alla Sanità, 80,14 euro sono state destinate alla Difesa, all’ordine pubblico e alla sicurezza e solo 19,78 euro sono andate alla Cultura e allo sport.

Quali imposte confluiscono nel calcolo?

Nel totale delle imposte, oltre all’IRPEF sono ricomprese, se dovute, anche le imposte relative alle addizionali regionale e comunale all’IRPEF, alla cedolare secca sulle locazioni, al contributo di solidarietà, all’acconto per somme assoggettate a tassazione separata, all’imposta sostitutiva sui premi di risultato, all’imposta sostitutiva per il regime di vantaggio e per il regime forfetario.

Da dove sono desunti i dati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate?

I dati sulla destinazione delle imposte pubblicati dall’Agenzia delle Entrate sul cassetto fiscale dei contribuenti sono elaborati dall’Ispettorato Generale del Bilancio del dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato e per l’individuazione delle voci di spesa, è stata presa come riferimento la classificazione COFOG (Classification of the Functions of Government) che rileva le spese indipendentemente dal fatto che si riferiscano a capitoli che fanno riferimento al Bilancio dello Stato o ai bilanci delle Regioni o Enti locali.

La COFOG è la classificazione della spesa pubblica adottata dalle principali istituzioni internazionali (OCSE, ONU, Eurostat e FMI) che si occupano di contabilità nazionale ed è utilizzata per effettuare confronti a livello internazionale anche se non fornisce una rappresentazione sufficientemente analitica e specifica delle singole realtà nazionali.

La classificazione è articolata su 3 livelli gerarchici di aggregati contabili: divisioni, gruppi e classi. Le divisioni rappresentano gli obiettivi generali della spesa pubblica, i gruppi riguardano specifiche aree di intervento della pubblica amministrazione, mentre le classi identificano gli obiettivi specifici in cui si articolano le aree di intervento.

Il servizio dell’Agenzia delle Entrate forse non sarà un servizio indispensabile, ma è senza dubbio interessante perché consente di avere piena consapevolezza di come sono stati usati i soldi dei contribuenti italiani e contribuisce a rendere ogni cittadino più responsabile e parte attiva dello Stato.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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