In linea generale, i redditi percepiti dagli eredi e legatari a titolo di ratei di pensione e di stipendio, di TFR, di emolumenti arretrati di lavoro dipendente ed assimilati erogati da soggetti che hanno l’obbligo di effettuare le ritenute alla fonte non devono essere dichiarati. Sono invece da dichiarare i redditi di capitale percepiti da eredi o legatari a causa di morte dell’avente diritto: vediamo come.
L’art. 21 del TUIR sancisce che l’imposta dovuta, per ciascun erede o legatario, è determinata applicando all’ammontare percepito, diminuito della quota dell’imposta sulle successioni proporzionale al credito indicato nella relativa dichiarazione, l’aliquota corrispondente alla metà del suo reddito complessivo netto nel biennio anteriore all’anno in cui si è aperta la successione.
I redditi di cui trattasi sono assoggettati a tassazione separata nel 730 dell’erede o del legatario cui è intestata la CU che deve riportare Nella sezione Dati anagrafici – Dati relativi al dipendente, pensionato o altro percettore delle somme, il codice Z nel campo 8, a identificare che si tratta di erede:
Esempio:
Paolo Rossi è figlio erede di Carlo Rossi e riceve una certificazione CUPE a suo nome, riferita ad utili formatisi nel 2017 e distribuiti nell’anno d’imposta, di spettanza del padre deceduto.
Il CUPE riporta 1.000 azioni del valore nominale di 25 euro cadauna per un totale (punto 30 del CUPE) di 25.000 euro.
Nel 730 Paolo Rossi compilerà il rigo D6, indicando:
- a colonna 1 il codice di riferimento 13
- a colonna 3 l’anno di apertura della successione
- a colonna 4 il 58,14% del valore nominale del dividendo percepito (25.000 x 58,14%)
Non potrà optare per la tassazione ordinaria.
Sull’importo imponibile di 14.535 euro sarà calcolata un’imposta a titolo di acconto del 20%, relativa alla tassazione separata, che viene riportata al punto 96 del prospetto di liquidazione.
Rita Martin – Centro Studi CGN