A partire dal 2024 il canone Rai sarà meno pesante per i contribuenti italiani. La manovra di bilancio 2024 prevede infatti l’abbassamento della quota annua da 90 a 70 euro.
Il canone tv dal 2016 viene addebitato direttamente in bolletta dai gestori di fornitura elettrica in dieci rate mensili, da gennaio a ottobre di ogni anno. Grava su chiunque possieda apparecchi televisivi, intesi come tutti gli “apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”, ed ammonta a 90 euro annuali.
Il pagamento, in via alternativa all’addebito in fattura, può essere effettuato anche con modello F24, da parte dei cittadini per i quali la fornitura dell’elettricità avviene nell’ambito delle reti non interconnesse con la rete di trasmissione nazionale e con addebito sulla pensione, da parte di pensionati che ne facciano richiesta al proprio ente pensionistico entro il 15 novembre dell’anno precedente a quello cui si riferisce l’abbonamento.
Dal 2024 l’addebito annuo sarà pari a 70 euro. Un risparmio per i cittadini italiani di 20 euro che comporta un minor esborso complessivo di 420 milioni di euro. Tale minor introito dovrebbe essere compensato con uno stanziamento straordinario per tre anni a carico dell’erario, modalità ampiamente criticata in quanto potenzialmente in conflitto con l’Unione Europea che non vede di certo di buon occhio gli aiuti di Stato. Non solo, indebolire l’azienda pubblica per favorire il mondo privato potrebbe non rivelarsi la scelta migliore, sicuramente non lo è dal punto di vista del pluralismo dell’informazione.
Di contro, le associazioni di consumatori definiscono il canone Rai come l’imposta più odiata dagli italiani e promettono battaglia perché non si ritengono soddisfatte dalla riduzione ma ne chiedono l’abrogazione definitiva.
La vicenda non è chiusa e ci si aspettano nuovi colpi di scena nei prossimi mesi.
Giovanni Fanni – Centro studi CGN