02Gli ultimi tre anni hanno rappresentato un momento di forti e veloci cambiamenti all’interno del mercato elettrico italiano. Questi cambiamenti si sono concentrati principalmente su due ambiti:
- Andamento molto variabile e dinamico dei prezzi energetici, con picchi mai registrati prima;
- Accelerazione del processo di liberalizzazione del mercato elettrico italiano.
Andamento anomalo dei prezzi energetici
L’andamento dei prezzi dal 2020 in poi ha registrato picchi e minimi storici, a causa dei fenomeni esogeni che si sono susseguiti nel contesto nazionale e che hanno mosso in maniera rilevante la domanda e l’offerta di energia (Covid, Crisi geopolitica in Ucraina e connessi meccanismi speculativi).
- Nel 2020 il prezzo medio dell’energia in Italia è stato di 0,038 €/kWh, con giorni in aprile in cui era intorno a 0.
- Nel 2021, in particolare dall’estate, si sono registrati i primi aumenti dei prezzi che hanno portato ad un valore medio annuo attorno ai 0,12 €/kWh.
- Nel 2022 si sono registrati i picchi storici, toccando in alcuni giorni di agosto le punte massime pari a 0,80 €/kWh e attestandosi mediamente su un prezzo pari a 0,30 €/kWh.
- Nel 2023, per fortuna si è tornati al livello del 2021, che resta però pari a più del doppio della media dei prezzi del quinquennio 2015-2019.
Queste forti altalene tariffarie, avvenute in un frangente temporale molto ristretto, hanno generato importanti ripercussioni sui consumatori, siano essi famiglie e imprese, spingendoli a ricercare soluzioni che permettessero loro di coprirsi da un rischio economico significativo.
Accelerazione del processo di liberalizzazione del mercato elettrico
La soluzione più immediata degli utenti è stata quella di cercare un fornitore che assicurasse un contratto migliorativo.
Ma, essendo la crisi dei prezzi una situazione di contesto generale, a parte alcuni fortunati a cui sono stati mantenuti i prezzi fissi concordati prima di questa crisi, i più non sono riusciti a mettersi al riparo. Tanto più perché siamo in un momento di forte cambiamento della struttura del mercato energetico italiano.
Il processo di liberalizzazione iniziato nel 1999, infatti, si sta completando. E a luglio 2024 – a parte alcune frange di popolazione considerata fragile – anche i contatori domestici verranno totalmente traslati al libero mercato.
Questo cosa comporta?
Non molto in realtà. Infatti, il vecchio Servizio di Maggior Tutela – che fino a luglio 2024 sarà l’alternativa al libero mercato – non ha rappresentato una forma significativa di protezione dall’andamento dei prezzi dell’energia. Negli ultimi anni, il prezzo del mercato tutelato si è mosso con le stesse dinamiche del mercato libero, proprio perché i fornitori che lo gestiscono acquistano l’energia nello stesso modo degli operatori di libero mercato, forse impostando solo politiche di marginalità un po’ più contenute. Inoltre, una buona parte della bolletta (gli oneri di rete, di sistema e la tassazione) resta in capo all’ARERA.
Fine del mercato tutelato: il momento delle scelte consapevoli
Quindi, la fine del mercato di maggior tutela non deve spaventare, ma deve piuttosto spingere gli utenti a fare scelte consapevoli di acquisto dell’energia, considerando che la differenza di prezzo tra fornitori trasparenti e onesti nel libero mercato non sarà mai così significativa, ma potrebbe variare in maniera rilevante la qualità del servizio e la sostenibilità ambientale dell’energia consumata.
Il vero modo per proteggersi da possibili futuri andamenti anomali del prezzo resta autoprodursi l’energia. O da soli, con un proprio impianto fotovoltaico, o assieme ad altri, partecipando a forme condivise di produzione dell’energia (comunità e cooperative energetiche).
Riccardo Tessari, Vice Presidente Cooperativa energetica WeForGreen