All’interno dell’ambito energetico e socio-economico nazionale si stanno affacciando delle nuove realtà di aggregazione, che saranno destinatarie di un importante piano di supporto all’installazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile: le comunità energetiche.
Comunità energetiche: ambiti, prassi e incentivi
Si tratta nello specifico di realtà con autonomia giuridica che possono coinvolgere persone fisiche, piccole e medie imprese, enti pubblici, enti religiosi ed enti del Terzo Settore, al fine di condividere l’energia prodotta da coloro che sono dotati di impianto fotovoltaico e l’energia consumata da tutti i membri.
Questa condivisione, che sussiste nella contemporaneità oraria tra la produzione e il consumo dei membri all’interno di una porzione di rete elettrica, genera la maturazione di un incentivo che viene riconosciuto direttamente alla Comunità energetica. Quest’ultima lo può poi distribuire tra i membri (nelle forme previste dai regolamenti interni) oppure destinarlo a finalità sociali.
Nell’ambito delle Comunità energetiche gli incentivi riconosciuti sono variabili rispetto alla potenza dei singoli impianti coinvolti e all’andamento dei prezzi energetici e possono essere (solo per una parte) destinati a realtà imprenditoriali.
Comunità energetiche: le principali complessità
L’obiettivo sostanziale di queste nuove entità è promuovere in maniera innovativa lo sviluppo delle energie rinnovabili, utilizzando forme di aggregazione e condivisione che garantiscano (come esternalità positiva) anche un maggior equilibrio sulla rete tra produzione e consumo locali.
A fronte di un obiettivo così sfidante e contributivo, si intravedono però non poche complessità nel percorso di sviluppo di realtà di questa natura.
Tralasciando quelle di natura tecnica o energetica, che riguardano peculiarmente un ambito professionale ingegneristico, si possono individuare tre tipi diversi di complessità:
- giuridico-societaria;
- economico-fiscale;
- di governance.
Le variabili nell’ambito giuridico-societario
Per quanto riguarda l’ambito giuridico-societario, queste realtà possono avere forma giuridica libera, mantenendo però la libertà di entrata e uscita per i soci, una forma decisionale partecipativa e la libertà di scegliere il proprio fornitore elettrico.
Data per assodata quest’ultima condizione, le prime due non sempre sono facilmente assicurabili in un’entità in cui vi è un’eterogeneità dei membri e, quindi, una diversità di aspettative, approcci e impegni economici. Inoltre, le forme giuridiche attualmente consolidate all’interno del nostro diritto non sono state create tenendo in considerazione le esigenze di una forma innovativa come la Comunità energetica.
Infine, la possibile partecipazione di enti pubblici o religiosi necessita di una considerazione particolare verso ambiti specifici del Diritto – amministrativo e canonico – che non sempre sono facilmente integrabili con quello commerciale. È facilmente intuibile la necessità di un approccio sartoriale alla definizione della forma societaria per le Comunità energetiche e la conseguente necessità di competenze specifiche e approfondite.
Le variabili nell’ambito economico-fiscale
Per quanto riguarda l’ambito economico-fiscale, sicuramente la costruzione di un business plan consolidato e verificabile non è un lavoro facile. Deve, infatti, tenere in considerazione l’andamento dei prezzi energetici, le dinamiche di possibile sviluppo dimensionale e i conseguenti impatti gestionali e le effettive capacità di generazione dell’incentivo.
Questi fattori, spesso, si influenzano l’uno con l’altro e queste evoluzioni incrociate rendono necessario l’apporto di professionisti capaci di cogliere e dipanare tale complessità. Infine, gli impatti fiscali generati dalla maturazione dell’incentivo sono ancora in fase di definizione e dovranno essere poi valutati da professionisti del settore.
Le variabili nell’ambito della governance
Infine, per quanto riguarda le dinamiche di governance – riprendendo il carattere di eterogeneità di cui sopra, l’auspicio di dinamica partecipativa e democratica espressa dal Legislatore e le finalità sociali che dovranno essere considerate tra gli obiettivi della Comunità energetica – è evidente come esse generino una prospettiva di necessaria integrazione ed equilibrio che necessitano di un’esperienza pregressa nella gestione di realtà societarie o associative.
Quindi nello sviluppo e nella gestione di Comunità energetiche, oltre alla buona volontà dei territori e il supporto economico degli incentivi, avranno un ruolo determinante le competenze che i professionisti riusciranno a mettere a disposizione, partecipando in maniera proattiva a questi processi.
D’altra parte, queste dinamiche evolutive rappresenteranno per i professionisti, in particolare per quelli più interessati a percorsi di innovazione sociale, di sviluppare un importante bagaglio di esperienza nella gestione di complessità multifocali.
Riccardo Tessari – Vice Presidente WeForGreen Sharing