Assunzione dell’incarico di revisione legale: la valutazione del rischio

L’assunzione di un incarico di revisione legale va oltre l’acquisizione di un cliente: è un processo che, in base al D.Lgs. n. 39/2010 e ai principi di revisione ISA, in particolare il principio 315, implica un’attenta analisi dei rischi di errori significativi legati alla comprensione dell’azienda e del contesto in cui opera. Questo iter metodologico richiede al revisore di giungere a una decisione consapevole e responsabile.

Prima di procedere con un nuovo incarico o confermare un incarico esistente, il revisore deve compiere una serie di valutazioni preliminari mirate a stabilire se accettare o continuare l’incarico, attraverso un’attenta analisi dei rischi potenziali.

Nella pratica, gli step di questo processo valutativo possono essere rappresentati come di seguito sinteticamente proposto:

  • Valutazione di indipendenza preventiva (coinvolgimento nel processo decisionale del cliente, relazioni personali o professionali con il cliente, possesso di strumenti finanziari emessi o garantiti dal cliente, subordinazione del corrispettivo a qualche condizione);
  • Verifica dell’adeguatezza organizzativa del revisore, in termini di mezzi e personale per svolgere in maniera efficace l’incarico e di competenze in relazione al settore economico del cliente ed all’eventuale normativa di riferimento;
  • Conoscenza del cliente e del contesto in cui opera (mercato e concorrenza, norme regolamenti e meccanismi di vigilanza, rapporti con parti correlate, coinvolgimenti in reati o illeciti);
  • Valutazione del rischio antiriciclaggio (a titolo di esempio: titolarità effettiva e catena di controllo, esercizio di attività economica caratterizzata da un elevato utilizzo di contante o riconducibile a settori particolarmente esposti al rischio di corruzione);
  • Verifica dei bilanci precedenti e della continuità aziendale, con particolare riferimento alla patrimonializzazione, alla capacità di generare reddito e flussi di cassa soddisfacenti, al coinvolgimento in procedure concorsuali o operazioni di ristrutturazione del debito e alla presenza di adeguati assetti organizzativi.

Ad ogni gruppo di fattori identificati verrà attribuito un punteggio e un peso ponderato, al fine di calcolare il rischio complessivo associato all’incarico. Se il livello di rischio risultante è considerato accettabile, tenendo conto delle eventuali misure di mitigazione individuate durante questa fase preliminare, il revisore procederà con l’accettazione formale dell’incarico. Questa accettazione sarà formalizzata attraverso la redazione della lettera di incarico, che definirà chiaramente i termini dell’accordo, inclusi l’obiettivo e l’estensione della revisione, le responsabilità del revisore nella formulazione del giudizio sul bilancio, quelle degli amministratori nella redazione dello stesso, il quadro normativo applicabile e le principali metodologie di revisione utilizzate.

La lettera comprenderà anche la determinazione del compenso, che dovrà essere adeguato a garantire la qualità e l’affidabilità del lavoro di revisione, e sarà accompagnata da una dichiarazione di indipendenza.

È consigliabile, sebbene non strettamente obbligatorio, adottare un approccio documentale per sostenere il processo valutativo descritto, in modo da poter ricostruire dettagliatamente, anche in seguito, tutti i passaggi compiuti dal revisore nella fase preliminare, che hanno condotto alla valutazione del rischio e alla successiva accettazione (o conferma) dell’incarico.

Per evitare problemi durante i controlli di qualità previsti dall’art. 20 del D.Lgs. n. 39/2010, che possono comportare sanzioni di varia entità, dalla censura alla cancellazione dal Registro dei revisori, è essenziale che queste procedure vengano svolte nei tempi appropriati, ovvero prima dell’invio della lettera di incarico, e che siano adeguatamente documentate e formalizzate. In questo contesto, l’adozione di un software specifico si rivela particolarmente vantaggiosa, poiché consente di seguire in modo strutturato le fasi descritte e di assicurare la corretta documentazione all’interno delle carte di lavoro.

 

Mauro Daniotti – Centro Studi CGN


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