Rendicontazione obbligatoria di sostenibilità: quali impatti per le PMI europee?

L’Italia ha recepito la Direttiva Europea sulla rendicontazione obbligatoria di sostenibilità. Il 25 settembre 2024 è entrato in vigore il D.Lgs. 125/2024 che ha recepito la Direttiva Europea 2022/2464 – Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) entrata in vigore il 5 gennaio 2023.

L’obiettivo di questi interventi normativi è quello di incrementare la trasparenza delle imprese sugli impatti generati dalle attività che vengono svolte (ambientali, sociali e relativi alla governance dell’impresa).

Ma qual è l’entrata in vigore di questi interventi? Lo riportiamo nella tabella qui sotto, precisando che – per la definizione dell’obbligo – si considera il primo esercizio amministrativo che inizia nel periodo indicato.

Dal 1 gennaio 2024 Imprese di grandi dimensioni che costituiscono enti di interesse pubblico e agli enti di interesse pubblico (imprese attualmente già assoggettate ad un’informativa di sostenibilità dalla Direttiva NFRD)
Dal 1 gennaio 2025 Imprese di grandi dimensioni” e “gruppo di grandi dimensioni” che superano, alla data di chiusura del bilancio, due dei seguenti limiti (nel primo esercizio di attività o successivamente per due esercizi consecutivi):

o   ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: 50.000.000 euro;

o   totale dello stato patrimoniale: 25.000.000 euro;

o   numero medio dei dipendenti occupati durante l’esercizio: 250.

 

Dal 1 gennaio 2026 Piccole e medie imprese quotate e agli istituti di credito di piccole dimensioni non complessi e alle imprese di assicurazione e riassicurazione dipendenti da un Gruppo
Dal 1 gennaio 2027 Imprese extra-europee (“società figlie e alle succursali di società madri extra-europee”) che generano, nel territorio europeo, per due esercizi consecutivi ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di euro.

 

 

Rendicontazione di sostenibilità: quali sono gli obiettivi degli interventi normativi?

Il punto centrale è rappresentato dalla valutazione dei rischi e delle opportunità connessi alla sostenibilità, con l’obiettivo di costruire modelli di business più consapevoli e resilienti rispetto ai rischi di matrice ambientale e sociale.

Gli interventi normativi migliorano l’informativa esterna delle imprese ed equiparano la rappresentazione della performance ESG con i tradizionali risultati economico-finanziari, per garantire a tutti gli stakeholder una miglior comprensione dei rischi aziendali.

Rendicontazione di sostenibilità: quali saranno gli impatti per le PMI italiane?

Anche se non costituiscono soggetti obbligati per i limiti dimensionali previsti dal D.Lgs. 125/2024, le PMI saranno direttamente coinvolte in questi processo. Le PMI obbligate alla rendicontazione di sostenibilità dovranno includere anche le informazioni sugli impatti, sui rischi e sulle opportunità relative all’interno catena del valore: a monte (upstream) e a valle (downstream).

Tutte le PMI diventeranno quindi parte integrante di questo cambiamento epocale e saranno coinvolte direttamente nei percorsi di rendicontazione di sostenibilità delle “grandi” imprese europee che – per migliorare – saranno costrette a identificare degli obiettivi di miglioramento per tutti i fornitori, soprattutto per quelli più strategici per le attività aziendali.

La vera sfida per le PMI sarà quella di identificare un proprio percorso di sostenibilità che porti a creare valore e, al contempo, a soddisfare le molteplici aspettative di tutti gli stakeholder (soprattutto dei diversi clienti).

Filippo Zanin – Professore Associato di Economia Aziendale, Università degli Studi di Udine e Giulio Corazza – Ricercatore di Economia Aziendale, Università degli Studi di Udine