È stato annunciato l’aumento dal 26% al probabile 42% della tassazione sulle plusvalenze ottenute dalla vendita di criptoattività: l’annuncio è stato fornito dal viceministro Maurizio Leo durante la conferenza stampa di illustrazione della manovra di Bilancio dello Stato per l’anno 2025, e ha suscitato forti preoccupazioni tra gli addetti ai lavori, per la misura dell’aumento prospettato.
Come è noto, la Legge di Bilancio per il 2023 (art. 1 c. da 126 a 147 L. n. 197-2022) ha portato consistenti novità fiscali in tema di criptoattività.
Innanzi tutto si è verificato un ampiamento della nozione di cripto-valute verso le cripto-attività, che allarga il raggio d’azione di ciò che era stato considerato in precedenza, per cercare di rendere la normativa fiscale più coerente con l’evoluzione che le diverse tipologie di questi asset hanno assunto nel tempo.
Si parla dunque di cripto-attività, che adesso ricomprendono, tra l’altro, anche le cripto-valute.
Più precisamente, nella Legge di Bilancio 2023 è stato determinato che per “cripto-attività” si intende “una rappresentazione digitale di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito o una tecnologia analoga”.
Le novità sono intervenute anche per quanto riguarda le plusvalenze e le minusvalenze.
Le plusvalenze sono costituite dalla differenza tra il corrispettivo percepito oppure il valore normale delle cripto-attività permutate, e il costo o il valore di acquisto.
Se l’ammontare delle plusvalenze sulle criptoattività, al netto delle eventuali minusvalenze deducibili, saranno inferiori a € 2.000, esse non subiranno alcuna tassazione.
Se invece, l’ammontare delle plusvalenze, al netto delle eventuali minusvalenze deducibili, saranno pari o superiori a € 2.000, esse saranno tassate al 26% nell’intero ammontare.
E’ quindi su questo punto che si inserisce la notizia dell’aumento di aliquota prospettato dal Vice-Ministro Leo, che per quanto solo “ annunciato” ha destato disorientamento tra i possessori di criptoattività per le pesanti conseguenze in termini di minori guadagni che saranno conseguiti a seguito di tale aumento.
Dal momento però che non si tratta di un provvedimento definitivo, c’è da aspettarsi che cambi qualcosa, ma ciò si saprà solo all’atto della pubblicazione della Legge di Bilancio per il 2025 che notoriamente avviene negli ultimi giorni dell’anno.
Nel frattempo gli orientamenti degli addetti ai lavori sono ondivaghi e diversi, a seconda delle aspettative che ciascuno di essi aveva sulle criptoattività possedute. Alcuni pensano di realizzare più plusvalenze possibili entro il 2024, prendendo atto che la tassazione è al momento pari al 26%; altri invece preferiscono aspettare, confidando che l’intenzione di aumentare l’aliquota sarà rivista in misura più leggera o ripensata completamente.
Vedremo cosa ci riserverà la versione definitiva della Legge di Bilancio 2025.
Giuseppina Spanò – Centro Studi CGN