Dallo scorso 28 ottobre è possibile presentare le domande per il contributo a fondo perduto per gli investimenti in tecnologia per l’informazione e l’editoria. Chi sono i soggetti interessati? E quali le modalità per la presentazione delle domande per avere accesso al beneficio?
Al fine di incentivare gli investimenti orientati all’innovazione tecnologica ed alla transizione digitale delle imprese editrici di quotidiani e periodici e delle agenzie di stampa, è stato riconosciuto per l’anno 2023, un contributo per l’adeguamento e l’ammodernamento tecnologico delle infrastrutture e dei processi produttivi, finalizzati al miglioramento della qualità dei contenuti e della loro fruizione da parte dell’utenza.
Si tratta di una misura agevolativa prevista dall’articolo 5 del D.P.C.M. del 10 agosto 2023 recante disposizioni sulla ripartizione delle risorse previste del Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria. Le disposizioni applicative per fruire del contributo sono contenute nel decreto attuativo del Capo Dipartimento per l’Editoria del 4 luglio 2024.
Chi può presentare la domanda per accedere al beneficio?
Possono accedere al contributo a fondo perduto per gli investimenti in tecnologie innovative 2023, le imprese editrici di quotidiani e periodici e le agenzie di stampa, nonché gli operatori del settore dell’editoria radiofonica e televisiva.
Costituiscono requisiti per l’accesso al contributo la sede legale in uno Stato dell’Unione europea o nello Spazio Economico Europeo e la residenza fiscale in Italia ovvero la presenza di una stabile organizzazione sul territorio nazionale, cui sia riconducibile l’attività commerciale cui sono correlati i benefici.
Per gli operatori del settore dell’editoria dei quotidiani e periodici e delle agenzie di stampa, costituisce, inoltre, requisito di accesso al beneficio di cui all’articolo 5 del DPCM del 10 agosto 2023, l’indicazione nel Registro delle imprese, di uno dei seguenti codici di classificazione ATECO come “primario o prevalente”:
- 13 edizione di quotidiani per le imprese editoriali di quotidiani
- 14 edizione di riviste e periodici per le imprese editoriali di periodici
- 91 attività delle agenzia di stampa per le agenzie di stampe
Tra i requisiti richiesti occorre anche l’iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC) istituito presso l’autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e il regolare adempimento degli obblighi contributivi e previdenziali.
Per gli operatori del settore dell’editoria radiofonica e televisiva, costituisce inoltre requisito l’indicazione, nel registro delle imprese, dei seguenti codici ATECO:
- 10 trasmissioni radiofoniche per le emittenti radiofoniche;
- 60,20 attività di programmazione e trasmissioni televisive per le emittenti televisive
Gli altri requisiti per accedere al contributo a fondo perduto sono indicati negli articoli 2 e 3 del decreto attuativo del Capo Dipartimento per l’Editoria del 4 luglio 2024 alle quali pertanto si rimanda.
In cosa consiste il contributo editoria a fondo perduto?
Il contributo è concesso sotto forma di rimborso, in misura pari al 70 per cento, delle spese sostenute e documentate per la realizzazione degli investimenti realizzati nell’anno 2023 e dichiarati nella domanda, entro i limiti previsti dei rispettivi stanziamenti.
Come devono essere presentate le domande?
Per avere accesso al contributo editoria a fondo perduto, le domande devono essere firmate dal legale rappresentante dell’azienda, esclusivamente con firma digitale con formato CAdES e presentate per via telematica entro il 19 novembre 2024 attraverso l’apposita procedura disponibile sul sito web impresainungiorno.gov.it accedendo all’area riservata e cliccando sul menù Servizi on line -> Contributo a fondo perduto per gli investimenti in tecnologie innovative 2023 previa autenticazione tramite SPID, CNS o CIE.
Le aziende che intendono richiedere il contributo devono presentare una sola domanda ed in caso di errore, sarà possibile, per tutta la durata di apertura della finestra temporale, presentare una nuova domanda che annulla la precedente.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN