Il Governo, con la Legge di bilancio 2025, ha recentemente annunciato la fine della detrazione fiscale per le caldaie a combustibile fossile, una decisione che segna un passo significativo verso la transizione energetica e l’adozione di fonti di energia più sostenibili. Questa mossa, sebbene accolta con alcune resistenze, rappresenta una svolta necessaria per il futuro ambientale del nostro Paese.
Il contesto dei bonus
I bonus per le caldaie alimentate a gas erano stati introdotti come parte di un pacchetto di incentivi volto a migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni. Questi bonus permettevano ai cittadini di ottenere significativi sconti sull’installazione di nuove caldaie, rendendo più accessibili e convenienti le soluzioni di riscaldamento tradizionali. Tuttavia, con l’aumento delle preoccupazioni riguardo ai cambiamenti climatici e agli impatti ambientali dell’uso dei combustibili fossili, diventa chiaro che tali incentivi non sono più compatibili con una politica energetica sostenibile.
Le ragioni della decisione
La decisione di porre fine ai bonus per le caldaie a combustibile fossile è stata guidata da diverse ragioni chiave:
– Riduzione delle emissioni di CO2: le caldaie a combustibile fossile sono una delle principali fonti di emissioni di anidride carbonica nelle abitazioni. Eliminare la detrazione significa ridurre l’incentivo all’uso di tali tecnologie inquinanti;
– Promozione delle energie rinnovabili: la fine dei bonus spingerà i consumatori verso soluzioni di riscaldamento più sostenibili, come le pompe di calore, le caldaie a biomassa e i sistemi solari termici;
– Allineamento con gli obiettivi climatici: l’Italia si è impegnata a ridurre drasticamente le proprie emissioni di gas serra entro il 2030, e questa mossa è essenziale per rispettare tali impegni.
Tutto nasce dalla direttiva europea “case green”, che sostanzialmente prevede che gli Stati membri riducano il consumo di energia degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, puntando tutto sulla ristrutturazione degli immobili con le prestazioni peggiori e sulla costruzione di nuovi edifici con emissioni zero.
Per un più ampio approfondimento, si rimanda a “Direttiva case green con forte impatto sul bonus casa” (link: https://www.fisco7.it/2024/03/direttiva-case-green-con-forte-impatto-sul-bonus-casa/ )
Le reazioni dei consumatori e del settore
La fine dei bonus ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, alcune famiglie temono un aumento dei costi per l’aggiornamento dei sistemi di riscaldamento. Dall’altro, c’è un crescente riconoscimento della necessità di adottare tecnologie più pulite e sostenibili. Le aziende del settore delle caldaie a gas dovranno adattarsi rapidamente a questo cambiamento, diversificando la loro offerta verso soluzioni più ecologiche.
Le alternative sostenibili
Con la fine dei bonus, sarà cruciale promuovere e incentivare alternative sostenibili. Tra queste, le più promettenti includono:
– Pompe di calore: questi dispositivi utilizzano l’energia dell’aria, del suolo o dell’acqua per riscaldare le abitazioni, riducendo drasticamente le emissioni di CO2;
– Caldaie a biomassa: utilizzano materiali organici come legna o pellet, offrendo una soluzione di riscaldamento rinnovabile e a basse emissioni;
– Sistemi solari termici: sfruttano l’energia solare per produrre acqua calda, rappresentando una delle opzioni più ecologiche disponibili.
I dubbi interpretativi
L’articolo 55, lettera a), della Legge di bilancio recita che:
- Al decreto-legge 4 giugno 2013, n.63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3agosto 2013, n.90, sono apportate le seguenti modificazioni:
- a) all’articolo 14, in materia di detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica, dopo il comma 3-quaterè aggiunto il seguente:
« 3-quinquies. La detrazione di cui al presente articolo spetta anche per le spese documentate sostenute negli anni 2025, 2026 e Atti parlamentari – 25 – Senato della Repubblica – N. 330 XIX LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI – DOCUMENTI 2027, ad esclusione delle spese per gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, nella misura fissa, per tutte le tipologie di interventi agevolati, pari al 36 per cento delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 30 per cento delle spese sostenute negli anni 2026 e 2027. La detrazione di cui al primo periodo spettante per gli anni 2025, 2026 e 2027 è elevata al 50 per cento delle spese, per l’anno 2025, e al 36 per cento delle spese, per gli anni 2026 e 2027, nel caso in cui le medesime spese siano sostenute dai titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento per interventi sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale»
La norma escluderebbe dalla detrazione fiscale le “caldaie uniche alimentate a combustibili fossili”. È necessario attendere in questo caso l’interpretazione del MEF e dell’Agenzia delle Entrate, in quanto non è chiaro se siano da escludersi dal beneficio esclusivamente le caldaie a gas tradizionali oppure se siano da considerarsi ricomprese nella decadenza del beneficio anche le caldaie a condensazione e le caldaie ibride, che pur avendo un impatto inferiore sull’inquinamento, impiegano comunque in parte i combustibili fossili.
Implicazioni per il futuro
La fine dei bonus per le caldaie a combustibile fossile rappresenta un momento cruciale nella transizione energetica del nostro Paese. Sebbene possa comportare alcune sfide a breve termine, questa decisione è necessaria per garantire un futuro più verde e sostenibile. Con il giusto supporto e una chiara visione, possiamo abbracciare tecnologie pulite che non solo proteggeranno il nostro ambiente, ma offriranno anche vantaggi economici e di salute a lungo termine.
Il passaggio a sistemi di riscaldamento sostenibili non è solo una questione di scelta ambientale, ma anche di responsabilità sociale. Adottare soluzioni energetiche pulite significa contribuire attivamente alla lotta contro i cambiamenti climatici e costruire un futuro migliore per le generazioni a venire. Le politiche e gli incentivi futuri dovranno continuare a sostenere questa transizione, assicurando che nessuno venga lasciato indietro.
Alessandra Bortolin – Centro Studi CGN