Negli ultimi tempi le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) hanno acquisito sempre maggiore rilevanza, rappresentando un’opportunità concreta per cittadini, imprese ed enti di promuovere un uso responsabile e condiviso delle risorse energetiche.
La regolamentazione ufficiale delle CER è stata sancita dal Decreto CER (n. 414/2023), che ha fornito una definizione giuridica chiara e un quadro normativo di riferimento. Le CER sono aggregazioni di soggetti – tra cui cittadini, imprese, enti pubblici e privati – che si uniscono per produrre, consumare e condividere energia elettrica derivante da fonti rinnovabili.
Tali comunità non solo incentivano l’autoconsumo di energia, ma creano anche un circolo virtuoso che favorisce la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica, promuovendo un modello di produzione e consumo responsabile.
Come avevamo già espresso in questo articolo, la loro costituzione può comunque andare incontro a tre diversi tipi di complessità: giuridico-societaria, economico-sociale e di governance.
Comunità Energetiche Rinnovabili: obiettivi e fase preparatoria
L’obiettivo principale delle Comunità Energetiche Rinnovabili, così come definito dal Decreto CER che a sua volta rimanda al D.Lgs. n. 199/2021, è quello di “fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi soci o membri o alle aree locali in cui opera la comunità e non quello di realizzare profitti finanziari”.
Le CER si fondano infatti sulla condivisione dell’energia prodotta da impianti che possono includere tecnologie come il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico o la biomassa, quindi fonti di energia rinnovabile.
L’energia prodotta viene consumata direttamente dai membri della comunità attraverso un sistema di autoconsumo, riducendo i costi energetici e supportando il territorio in un percorso di transizione energetica.
Naturalmente, prima di procedere alla fase di effettiva costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile, è necessario individuare un’area consona alla realizzazione dell’impianto di produzione da fonti rinnovabili, che garantirà la condivisione di energia tra i membri della comunità.
Possono far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile sia persone fisiche (ad esempio, residenti in un condominio o in un determinato comune, purché all’interno di una stessa area di cabina primaria), sia persone giuridiche (come PMI, Enti del Terzo Settore, amministrazioni locali e organizzazioni religiose). Le grandi imprese non sono ammesse.
In generale, quindi, i membri di una CER possono essere tutti quei soggetti – pubblici o privati – che decidono di aggregarsi insieme ad altri per la costituzione di una comunità.
Come costituire una Comunità Energetica Rinnovabile
Una CER deve essere costituita legalmente e dotata di una propria autonomia giuridica, attraverso qualsiasi forma che ne assicuri la conformità rispetto ai suoi principali obiettivi.
Una CER può quindi costituirsi in forma di:
- ETS (Ente del Terzo Settore)
- Associazione
- Organizzazione no profit
- Consorzio
- Cooperativa
- Cooperativa benefit
Proprio per questo motivo, ogni CER deve essere caratterizzata da un atto costitutivo e da uno statuto.
Comunità Energetiche Rinnovabili: quali vantaggi
Le Comunità Energetiche Rinnovabili contribuiscono non solo alla diffusione di modelli energetici sostenibili e alla crescita di un approccio consapevole e responsabile al consumo, ma offrono anche supporto al tessuto economico e sociale dei territori in cui sorgono.
Nello specifico le CER offrono:
- vantaggi ambientali, grazie all’utilizzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili che contribuisce al processo di transizione energetica;
- vantaggi economici, grazie alla valorizzazione dell’energia prodotta (in termine di produzione e autoconsumo);
- vantaggi sociali, grazie alla distribuzione equa dei vantaggi economici e alla condivisione di scelte responsabili tra i soggetti coinvolti.
Un’alternativa consolidata: le cooperative energetiche
Se le CER risultano dei sistemi relativamente nuovi, che muovono in questi anni i loro primi passi, in Italia esistono delle esperienze di condivisione energetica molto più longeve, come le cooperative energetiche.
Si tratta di una forma più evoluta delle Comunità Energetiche Rinnovabili, che non prevede limiti geografici se non quelli dati dai confini nazionali. Aderire a una cooperativa energetica è molto semplice: è sufficiente compilare i moduli online presenti nel sito ufficiale della cooperativa scelta e attendere l’attivazione della fornitura di energia pulita.
Far parte di una cooperativa energetica permette ai consumatori di essere maggiormente consapevoli nella gestione dell’energia, oltre che direttamente coinvolti. Si tratta quindi di un’ottima alternativa alle Comunità Energetiche Rinnovabili, aperta e disponibile per chiunque voglia farne parte.
Riccardo Tessari – Vice Presidente WeForGreen Sharing