Lo standard XBRL, che finora ha costituito un punto di riferimento per il prospetto contabile, verrà presto adottato anche per la nota integrativa. Siamo alle porte di un’altra rivoluzione ma l’obiettivo questa volta è assai più ambizioso: trasformare la nota integrativa in un documento in formato elettronico ed elaborabile. La complessità di questa sfida è dettata dalla varietà e dalla molteplicità delle informazioni presenti nel documento. Vediamo come il formato XBRL si sta evolvendo e come trasformerà i bilanci d’esercizio futuri.
L’XBRL, detto anche eXtensible Business Reporting Language, è un insieme di informazioni strutturate in una gerarchia di elementi definiti all’interno di una tassonomia. Ad ogni voce della tassonomia possono corrispondere uno o più valori: si pensi al dato di tipo contabile, al dato numerico o ancora al semplice testo. Con un set di informazioni comuni, gli operatori sono in grado di generare prospetti XBRL caratterizzati dall’omogeneità e dalla confrontabilità del dato.
Era il 2010 quando lo standard l’XBRL è stato reso obbligatorio per i prospetti di sintesi del bilancio. Trovare uno standard comune per il prospetto contabile non è stato difficile: si trattava di trasporre -in un formato elaborabile- la struttura di uso comune prevista dalla IV direttiva CEE e recepita dal Codice Civile, integrata con alcune informazioni aggiuntive (come i dati anagrafici o l’appartenenza della società a gruppi). Dopo le prime resistenze, evidenziate da un numero elevato di doppi depositi (le società presentavano sia il prospetto contabile sia in formato XBRL che quello tradizionale pdf/A) lo standard è stato ben presto adottato ed assimilato da tutti gli operatori economici. La quota di doppi depositi è infatti passata dal 25% del 2010 al 9% del 2012, con un azzeramento quasi completo degli scarti.
L’Italia è stato uno dei primi Paesi al mondo ad avere previsto l’obbligo di un formato elettronico elaborabile per la presentazione del bilancio. L’ultima revisione nel 2011 ha dato completezza al prospetto contabile XBRL con cui oggi vengono depositati più di un milione di bilanci.
Possiamo ritenerci quindi soddisfatti? La risposta è negativa. La normativa di riferimento e in particolare il D.P.C.M. del 10 dicembre 2008 non si ferma qui: impone l’obbligo del formato elettronico XBRL per il bilancio nella sua interezza e non limitatamente ai prospetti di sintesi. Il bilancio è infatti costituito non solo dal prospetto contabile ma anche dalla nota integrativa.
Di conseguenza, l’evoluzione dello standard XBRL non si è mai fermata. L’obiettivo è stato quello di estendere le informazioni presenti nella tassonomia dei prospetti di sintesi, integrandole con quelle richieste dalla nota integrativa. Il risultato? Un unico file XBRL per il bilancio, comprendente sia il prospetto contabile che la nota integrativa. Il vantaggio di questa soluzione tecnica è l’annullamento completo delle ridondanze: ogni dato viene inserito una sola volta e identificato. Sarà poi compito del visualizzatore XBRL interpretare tali dati e presentarli (anche più volte) all’interno di un formato grafico tabellare.
Il compito più impegnativo è stato scegliere quali informazioni della nota integrativa inserire e identificare all’interno della nuova tassonomia estesa. Questa, per essere considerata standard, deve poter essere utilizzata da tutte le tipologie di aziende. Pertanto il primo punto di riferimento è stato il Codice Civile, in particolare l’art. 2427. L’attento esame della normativa ha portato alla formalizzazione di più di 50 tabelle pubblicate il 2 Aprile 2013 sulla pagina web di XBRL Italia clicca qui.
Il bilancio in forma abbreviata include circa la metà di queste tabelle. Naturalmente queste rappresentano un set massimo di informazioni: ne consegue che molte tabelle potranno essere ignorate se non è presente la fattispecie che descrivono.
Lo standard prevede che ogni tabella sia accompagnata da una parte testuale libera, che il redattore del bilancio potrà utilizzare per:
- fornire le informazioni descrittive;
- presentare tutte quelle tabelle aggiuntive non formalizzate dalla tassonomia e pertanto non elaborabili.
Ad una prima analisi delle tabelle, notiamo come manchino alcuni dei prospetti che tradizionalmente si trovano in nota integrativa, in particolar modo per quanto riguarda il conto economico: esiste una spiegazione. L’idea è stata quella di creare un nocciolo base che potrà essere ampliato e integrato con ulteriori informazioni man mano che lo standard prenderà piede e si consoliderà. Se il primo pilastro è il codice civile, in un’ottica di sviluppo dello standard, il secondo pilastro sarà certamente rappresentato dai principi contabili nazionali.
L’analisi dei dati in formato elaborabile consentirà di confrontare in modo più agevole le aziende sia in Italia che all’estero, favorire i processi analisi del merito creditizio e garantire l’omogeneità dell’informazione economico/finanziaria. Il bilancio XBRL rappresenta pertanto un fondamentale passo in avanti verso la trasparenza dei bilanci.
Alberto Facca – Centro Studi CGN