Approvati i modelli degli studi di settore

Con il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 20 maggio sono stati approvati i modelli relativi agli studi di settore per il periodo di imposta 2013. Vediamo di quali fattori tengono conto quest’anno i correttivi elaborati.

I modelli approvati nella versione definitiva sono già disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate e tengono conto dell’ultima revisione degli studi disposta con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 2 maggio pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 12 maggio.

In particolare, i nuovi correttivi elaborati quest’anno tengono conto degli effetti della crisi economica e dei mercati nei settori manifatturiero (51 studi), dei servizi (60 studi), delle professioni (24 studi) e del commercio (70 studi) al fine di renderli più aderenti alla realtà economica. Tali correttivi, almeno in teoria, dovrebbero agevolare imprese e professionisti.

Il criterio su cui si basano gli studi di settore prevede l’aggiornamento dei criteri di valutazione dei ricavi e dei compensi in base all’evolversi delle specifiche situazioni individuali o territoriali che caratterizzano i diversi periodi di imposta e le diverse situazioni soggettive dei contribuenti interessati.

La logica di riduzione dei nuovi correttivi è quella di correggere al ribasso la stima del fatturato e dei compensi a fronte di un certo numero di elementi come ad esempio la riduzione delle tariffe professionali, i cali di fatturato causati dalla crisi, la riduzione della redditività delle aziende, l’aumento dei costi di gestione e i ritardi nei pagamenti delle fatture.

Nello specifico, gli interventi relativi all’analisi di normalità economica riguardano l’indicatore “durata delle scorte” e si applicano in presenza di due condizioni: riduzione dei ricavi dichiarati ai fini della congruità nel periodo d’imposta 2013 rispetto a quelli del 2012 e situazione di coerenza delle esistenze iniziali.

La revisione degli studi di settore riguarda i correttivi specifici per la crisi dove il costo del carburante rappresenta una delle variabili più significative, i correttivi congiunturali di settore calcolati per singolo modello organizzativo (cluster) e i correttivi congiunturali individuali limitatamente ai soggetti che nel 2013 si trovavano in situazione di crisi a causa della ritardata percezione dei compensi a fronte delle prestazioni rese e della contrazione dei costi variabili.

Nell’elaborazione degli interventi correttivi sono stati determinanti le informazioni e i suggerimenti degli Osservatori regionali, delle associazioni di categoria, della Banca d’Italia, dell’Istat, le proiezioni Prometeia (associazione che svolge attività di ricerca e analisi macroeconomica sull’economia italiana ed internazionale) e del Ministero dello Sviluppo Economico.

Insieme ai modelli sono state anche approvate le istruzioni che contengono la spiegazione unica per i quadri relativi al personale addetto all’attività (quadro A), agli elementi contabili d’impresa (quadro F), ai dati contabili relativi al lavoro autonomo (quadro G), ai correttivi anticrisi (quadro T), alle altre informazioni rilevanti (quadro X), e agli ulteriori dati specifici (quadro V).

Come si vede, anche quest’anno è stato predisposto il quadro “T” denominato Altre informazioni rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore che consente al contribuente di indicare i dati utili all’applicazione dei correttivi agli studi di settore.

Modelli e istruzioni sono consultabili sul sito dell’Agenzia delle Entrate seguendo il percorso: Cosa devi fare > Dichiarare > Studi di settore e parametri > Studi di settore > Modelli e istruzioni 2014

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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