Nell’ambito del processo di revisione dei principi contabili attuato dall’OIC, la principale modifica riguardante l’OIC 14 sulle disponibilità liquide consiste nelle nuove indicazioni fornite in relazione al concetto di cash pooling. Ma di cosa si tratta esattamente?
Nei gruppi aziendali, e non solo multinazionali, si assiste all’adozione di processi di centralizzazione della tesoreria che permettono una circolazione più efficiente delle risorse finanziarie all’interno del gruppo, consentendo di ottimizzare la gestione delle posizioni finanziarie in essere.
In determinate condizioni si ottiene un immediato vantaggio economico derivante dalla possibilità di compensare a livello di gruppo le posizioni finanziarie delle singole società operative.
Si immagini il caso di un gruppo costituito da società aventi posizione finanziaria netta tendenzialmente negativa e da altre aventi una posizione finanziaria netta tendenzialmente positiva: in questa situazione la centralizzazione porta ad un immediato vantaggio economico dovuto alla possibilità di annullare l’effetto negativo derivante dalla differenza tra tassi attivi e passivi.
Tale gestione finanziaria, in un momento come quello attuale caratterizzato da scarsa liquidità del sistema bancario, presenta altresì il vantaggio di rendere più efficiente il rapporto con il sistema creditizio.
La centralizzazione della tesoreria può portare anche altre opportunità di miglioramento come un maggior controllo sulle dinamiche finanziarie che determinano le posizioni delle società operative e la creazione di maggiori efficienze gestionali nella gestione finanziaria di gruppo.
Un aspetto importante nel cash pooling è rappresentato dalla gestione degli affidamenti in quanto, con questo processo, le società operative non gestiscono più la loro posizione finanziaria e gli affidamenti bancari saranno negoziati esclusivamente dal centro di tesoreria sui propri conti con la banca del pool.
L’affidamento centralizzato sarà poi ripartito dal centro di tesoreria tra le società partecipanti.
L’accentramento dei fidi consente di ottenere vantaggi in termini di maggior controllo sull’operatività bancaria delle società controllate, migliori condizioni e utilizzo più efficiente delle linee di credito a livello di gruppo.
Da non sottovalutare la possibilità di poter fruire di vantaggi fiscali mediante l’opportuna localizzazione del centro di tesoreria in nazioni aventi tassazioni diverse.
Viene stabilito che contabilmente, nel bilancio delle singole società, la quota di pertinenza del saldo di conto corrente comune è iscritta tra i crediti (o debiti) verso la società che gestisce il conto comune e, a seconda del rapporto esistente con quest’ultima, si utilizzano le voci “società controllante”, “società controllate” o “società collegata”.
Da ricordare, infine, che nel bilancio della società che gestisce il conto comune la classificazione di tale saldo è simmetrica rispetto a quello delle società partecipanti al cash pooling.
Stefano Venturelli – Centro Studi CGN