Ormai siamo abituati ai cambi di rotta repentini! Quasi non ci facciamo più caso. Eppure, una notizia così non può passare inosservata. Torniamo a parlare di limiti all’uso del denaro contante.
Questa volta però, è diverso. Oggi, se c’è qualcuno che ha pensato che i limiti all’uso del contante siano stati ulteriormente ridotti, si sbaglia! Nella bozza del decreto sulla delega fiscale si studia la possibilità di aumentare il limite all’uso per i pagamenti in contanti dall’attuale limite di 999,99 a 3.000 euro.
Fino ad oggi, in effetti, a dire il vero, si è assistito al fenomeno contrario. Si tratta, quindi, di un’inversione di tendenza, dal momento che negli ultimi anni, tale limite è stato sempre ridotto passando da 12.500 euro (nel 2008) a 999,99 euro (limite introdotto nel 2012 e tutt’ora in vigore).
Attualmente infatti la soglia dei 1.000 euro per i pagamenti in contanti è valida per:
- trasferimenti di denaro effettuati a qualsiasi titolo tra soggetti diversi;
- trasferimenti di libretti di deposito al portatore o di titoli al portatore;
- stipendi oltre i 1.000 euro erogati dalla pubblica amministrazione che non possono essere più pagati in contanti presso gli sportelli degli uffici postali, ma devono essere depositati su conti correnti bancari o postali, libretti postali o su carte prepagate;
- assegni circolari, vaglia postali e cambiari che oltre la soglia di 1.000 euro devono riportare la clausola di non trasferibilità;
- incassi dei canoni di locazione sotto i 1.000 euro.
Sono rimasti fuori dai limiti solo i pagamenti effettuati dai turisti esterni all’Unione Europea (come ad esempio gli americani, i russi, i giapponesi o i cinesi) ai quali è consentito effettuare acquisti in contanti nel nostro paese fino alla soglia di 15.000 euro.
Il provvedimento è inserito in una serie di azioni volte a tracciare nel miglior modo possibile gli adempimenti fiscali, attraverso un uso più intenso dell’informatizzazione e degli strumenti di pagamento elettronici e tracciabili.
In particolare, viene previsto un uso più esteso della fattura elettronica (anche nelle transazioni con i privati) e dello scontrino digitale che, nel lungo periodo, dovrebbero ridurre drasticamente le operazioni in contanti e l’uso della carta a favore del processo di informatizzazione del Fisco, volto a garantire maggiori possibilità di controllo per la lotta all’evasione.
In tal senso, vengono previsti anche degli incentivi fiscali (nella fattispecie un credito di imposta di 100 euro) per aggiornare o acquistare i nuovi registratori di cassa da collegare in rete.
Tra le recenti misure volte a favorire l’uso della moneta elettronica e ridurre l’uso del contante, ricordiamo la decisione di rendere obbligatorio l’utilizzo del POS tra commercianti e professionisti e accettare transazioni con carte di credito/debito per i pagamenti superiori a 30 euro, mediante l’applicazione di sanzioni per chi non è ancora in regola.
A questo punto, non rimane che attendere l’iter legislativo per capire se il Governo metterà effettivamente in pratica quanto discusso e annunciato in queste ultime settimane.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN