IMU e TASI per abitazione principale non saranno più dovute: da slogan elettorale del premier Renzi alla prima bozza della legge di stabilità 2016. Dal giorno dell’annuncio (era il 18 luglio) ad oggi, è passato qualche mese, ma rimane ancora qualche perplessità, soprattutto dettata dal fatto che nessuno ormai parla del progetto local tax.
Ecco in sintesi le principali novità IMU e TASI della manovra:
- abolizione IMU-TASI per la prima casa (salvo che per gli immobili di lusso);
- esenzione per i terreni agricoli di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali;
- aliquota TASI ridotta allo 0,1% per i beni merce;
- viene concessa la possibilità di richiedere, per gli immobili delle cat. D ed E, la revisione della rendita al fine di non includere nella stessa i valori dei macchinari (i c.d. imbullonati) che fino a ieri concorrevano alla determinazione della rendita. La richiesta di revisione, limitatamente al 2016, potrà essere presentata entro il 15 giugno 2016 e avrà efficacia dal 1 gennaio 2016.
Per quanto concerne i terreni, se possono gioire coltivatori diretti e imprenditori agricoli, continueranno a pagare l’IMU tutti gli altri cittadini, ferma restando l’esenzione per i terreni montani e parzialmente montani (“nelle zone svantaggiate”) per i Comuni indicati nella circolare del 1993. Anche qui un passo indietro: dal tanto contestato D.L. 4/2015, che per il 2015 aveva rivisto spesso a sfavore dei contribuenti la classificazione dei Comuni montani, al ritorno della circolare n. 9 del 1993.
Con riferimento all’abolizione totale per le prime case invece, dopo una prima formulazione della bozza che aveva fomentato una lotta interna al PD, capeggiata in primis dalla minoranza Dem, si è giunti ad una abolizione parziale, mantenendo la tassazione per le prime case di lusso (ville, castelli delle cat. A1, A8, A9). Tale misura, del costo di poco meno di 3,7 miliardi di euro, dovrà essere finanziata per ogni anno a venire, per cui è immaginabile che sul tema non si sia giunti ancora all’epilogo.
Come detto, l’atteso progetto local tax viene invece snobbato da questa legge di stabilità.
Pertanto, nel 2016 i contribuenti saranno chiamati a pagare ancora IMU e TASI per gli altri immobili. Il primo interrogativo che in molti si sono posti è il seguente: il Governo confermerà ancora l’aliquota TASI dello 0,33%? La super TASI (applicabile per il saldo del prossimo 16 dicembre) è la somma di aliquota base (0,1%), aumentabile dello 0,25% a cui può aggiungersi un ulteriore 0,08% (c.d. “aumento in deroga”). Lo 0,08% deve essere finalizzato dai Comuni al finanziamento di detrazioni TASI da applicare ai soggetti svantaggiati e consente lo sforamento del tetto massimo (IMU+TASI) dall’1,06% al 1,14%. Ma visto che ad oggi la TASI non si dovrebbe pagare più per le abitazioni principali, questo maggior gettito a chi dovrebbe essere destinato?
Forse una risposta implicita è stata data anche dalla seconda bozza della legge di stabilità, che parla di aliquota base allo 0,1% con possibilità di aumento fino allo 0,25%. Ad oggi possiamo comunque ipotizzare che la conferma o meno di questa maggiorazione scatenerà un effetto domino tra le delibere comunali. Prepariamoci dunque ad assistere ad un nuovo balletto da parte dei Comuni che, privati dell’IMU e della TASI per le abitazioni principali, (quasi sicuramente) della maggiorazione dello 0,08%, cercheranno di recuperare parte del gettito con la tassazione IMU di immobili a disposizione e immobili produttivi (salvo che il Governo non riesca ad imporre un blocco), o forse saranno costretti a ridurre la tassazione per rispettare il “nuovo” tetto dell’1,06%. Di sicuro nell’anno venturo non ci annoieremo.
Marco Ridolfi – Centro Studi CGN